Anno 2020: emergenza sanitaria, crisi economica e finanziaria, per non parlare delle enormi incognite sull’occupazione … una situazione molto preoccupante, tale da far crescere a dismisura
stress e inquietudini, che qualcuno si vede costretto a contrastare con il supporto di terapie farmacologiche.
Ed ecco che il vostro recensore indossa il “camice bianco” e vi consiglia caldamente l’uso di un ansiolitico completamente privo di controindicazioni … si chiama “
Lions” ed è stato sviluppato da una blasonata società statunitense chiamata
Tokyo Motor Fist, altamente specializzata nello annientare i “cattivi pensieri” con la forza del tracimante talento dei suoi artefici, alimentati da un’innata vocazione per quello stile musicale universalmente riconosciuto con la denominazione, un po’ dispregiativa, di
hair-metal.
Chi conosce i trascorsi della “premiata ditta”, costituita da
Ted Poley (Danger Danger),
Steve Brown (Trixter),
Greg Smith (Ted Nugent, Rainbow, Alice Cooper) e
Chuck Burgi (Rainbow, Red Dawn, Blue Oyster Cult, Joe Lynn Turner), e il suo debutto discografico sotto l’attuale marchio identificativo, è consapevole delle straordinarie capacità comunicative e ricreative della coalizione, ma sono altresì convinto che anche costoro rimarranno sorpresi dalla potenziata tensione espressiva profusa da questo secondo lavoro, caratterizzato da un
songwriting e da una
verve interpretativa praticamente inattaccabili.
Insomma, se vi piacciono, oltre a Danger Danger e Trixter, anche Def Leppard, Steelheart, Aldo Nova e Loverboy, non “potete” proprio mancare d’impossessarvi quanto prima di questo “
Lions”, in cui una rafforzata coesione della prestigiosa
line-up s’incrocia con un formidabile livello tecnico / compositivo.
Parlare di singoli episodi, quando si ha a che fare con prodotti sonori di questa levatura, è sempre abbastanza “complicato”, e ciononostante è impossibile non rimarcare la prepotente seduzione melodica di “
Youngblood”, l’avvolgente spensieratezza di “
Monster in me” o ancora non provare un “brividino” speciale per “
Around midnight”, magari rievocando il momento in cui l’esordio dei Danger Danger conquistò irrimediabilmente il nostro
cuoricino di
chic-rockers.
Chi preferisce Trixter e Def Leppard proverà una bella scossa per “
Mean it”, mentre la
title-track dell’albo rivela il lato più contemplativo della
band, illuminato dalle oniriche tastiere di
Steve Brown e dalla sentita interpretazione di un
Ted Poley in smaglianti condizioni di forma.
Barlumi di Van Halen ed Extreme convergono felicemente nell’impatto esplosivo di “
Decadence on 10th street”, “
Dream your heart out” omaggia con notevole buongusto la migliore tradizione del
class-metal californiano e a tranquillizzare tutti gli estimatori del genere in apprensione per la mancanza della
ballatona, ci pensa “
Blow your mind”, assai gradevole pur nella sua convenzionalità.
Si continua con le pulsazioni Aerosmith-
iane di “
Sedona” e con l’adescante romanticismo di “
Look into me”, per finire “in gloria” grazie a “
Winner takes all”, un altro brano in grado di mettere in soggezione ogni esponente del settore.
Quindi, che siate depressi o angosciati, o più semplicemente alla ricerca d’imponenti suggestioni
cardio-uditive, non vi rimane che affidarvi senza esitazioni ai
Tokyo Motor Fist e al loro “
Lions”, un prodotto che a ben vedere un piccolo “effetto collaterale” lo provoca … dà assuefazione, di un tipo, però, tutt’altro che nocivo e deleterio.