Lo split-cd è passato un pò di moda rispetto al periodo fine anni '90 primi 2000 dove era abbastanza diffuso, specie nei filoni heavy più di nicchia. Ma capita ancora di imbattersi in qualche lavoro condiviso, come nel caso di queste due bands statunitensi: gli
Enhailer (Ohio) ed i
Black Pyramid (Massachusetts). Nomi non del tutto sconosciuti agli amanti dello sludge/doom più rovinoso, perchè sono in attività da diversi anni ed hanno già pubblicato lavori di buon interesse, vedi "Grisaille" (2015) e "Dumb enough to care" (2017) per i primi e "Black Pyramid" e "II" (Meteorcity, 2009 e 2011) per i secondi.
In questo capitolo troviamo quattro brani firmati dagli Enhailer ed uno solo, ma esteso per quindici minuti, ad opera dei
Black Pyramid. Il trio dell'Ohio mostra un approccio maggiormente ruvido, grezzo, sporco, qualcosa che ricorda vagamente un mix tra Baroness ed High on Fire. "
Drudgery" ad esempio è un bel macigno sludgy, dal passo pesante e strascicato, vocals rugginose ed atmosfera intimidatoria. Rifferama sferragliante, implacabile, ma anche qualche passaggio melodico dal sapore post-metal. Echi di Neurosis e blindatura heavy serrata. Più Mastodon-iana la strumentale "
Enjoy the flaying", con grande lavoro della ritmica e pesantezza torbida. Muscolare e rocciosa, così come "
Death on speed dial" che assume connotati quasi thrash metal. Ritmo impulsivo e cupezza congenita, con parti vocali aspre e punkeggianti. Brano dai sapori forti, uno sludge-heavy non originalissimo ma certamente cazzuto e bruciante. Pogo assicurato.
Piuttosto differente l'impostazione dei
BP, che preferiscono giocare tutto in un lungo episodio dal titolo "
Quantum phoenix". Molta psichedelia fumosa alla Sleep, toni soffusi e magmatici che si snodano lentamente in spirali mantriche ed avvolgenti. Il brano cattura per gli aspetti ipnotici e per la costante crescita ritmica, una trip-song di tutto rispetto com'è nelle corde di questa formazione. Un giusto sincretismo di pesantezza ed acidità, strutturalmente elaborato e fantasioso, che soddisfa in pieno ed è sicuramente il "pezzo forte" di questo split.
A mio avviso, per quanto riguarda il presente lavoro i
Black Pyramid dimostrano di avere una qualità superiore rispetto ai colleghi, che puntano maggiormente sull'impatto diretto e granuloso ma con risultati più ordinari.
Un disco buono, non indispensabile, utile comunque a promuovere questi due gruppi americani in attesa dei loro prossimi album completi.
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