Ho sempre pensato che
Mark Spiro, autentica icona del
rock melodico statunitense, avesse condensato il meglio del suo smisurato talento nell’attività di autore, fornendo a Heart, Cheap Trick, Giant, Bad English,
John Waite, Kansas, Reo Speedwagon, Winger e a molti altri, il materiale compositivo necessario a sublimare le loro altrettanto enormi qualità espressive.
La sua corposa carriera solista, invece, mi era sembrata meno efficace, non pienamente all’altezza della consolidata e autorevole fama di scrittore “conto terzi” e questo nonostante l’innegabile classe e sensibilità profuse in oltre trent’anni di produzioni discografiche in “prima persona”.
Ascoltando questo “
2+2 = 5: best of + rarities”, monumentale tripla raccolta in cui viene “riassunta” la sua parabola artistica dal 1996 (l’anno di “
Now is then, then is now”) al 2012 (in cui uscì “
It’s a beautiful llfe”, il disco del “ritorno alla vita”, dopo la vittoriosa battaglia con un tumore), mi vedo “costretto” a modificare leggermente le mie convinzioni, rivalutando il lavoro individuale di un artista capace di solcare
AOR,
pop-rock e cantautorato con rimarchevole carisma, offrendo all’astante la visione complessiva di una forma di
easy-listening di notevole suggestione.
Continuo a preferire i momenti in cui la voce di
Mark, qualcosa tra
Bryan Adams e
John Waite, è alimentata da sonorità maggiormente “adulte”, ma è innegabile che in ogni frangente il suo timbro magnetico sia in grado di trasmettere uno spiccato coinvolgimento emozionale, intridendo ogni espressione melodica di autentico
feeling.
Tutto questo in una selezione davvero centrata, assemblata con equilibrio e una certa sagacia, esaltata da un terzo
Cd costituito da ben tredici rarità, frutto d’illuminate collaborazioni con
Dan Huff,
Michael Thompson,
Tim Pierce e
Jason Derlatka.
Ed ecco che, concentrandoci proprio su questa intrigante porzione dell’opera, è opportuno segnalare a tutti i cultori del genere il valore di brani come “
Holding you”, “
Cry me a river”, “
By the riverside”, “
24 Hours a day” e “
Watching over me”, senza dimenticare di citare “
Feels like”, dove l’inoculazione di ritmi
funkeggianti nelle fibre soniche del pezzo dipinge scenari notturni e adescanti.
“
2+2 = 5: best of + rarities” è dunque una bella occasione per scoprire (o riscoprire) le doti artistiche di
Mark Spiro, un campione del settore che non svilisce tale prestigioso ruolo, soprattutto quando evita un approccio eccessivamente edulcorato, nemmeno quando indossa i panni di assoluto protagonista della situazione.
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