Chiariamo subito un concetto essenziale: quando si analizza il lavoro di personaggi come
Bill Champlin,
Joseph Williams e
Peter Friestedt, la destrezza tecnica e la vocazione al versante più
soft e
West-Coast-iano dell’
AOR sono questioni che non possono essere minimamente messe in discussione.
Il sontuoso
curriculum dei primi due (Chicago e Toto, i passi salienti da citare) e la riconosciuta raffinatezza esecutiva del terzo rappresentano una garanzia inattaccabile in questo senso.
Semmai, i dubbi possono nascere in merito alla partecipazione emotiva che alimenta il progetto didascalicamente denominato
CWF, giunto con “
II” alla seconda (ma guarda un po’ …) prova discografica in studio.
Dopo aver ascoltato con attenzione l’albo, l’idea che mi sono fatto è che in realtà non ci sia una vera “programmazione commerciale” (ammesso che nel 2020 e per questo stile musicale ci si possa ancora esprimere in questi termini …) dietro tale produzione sonora e che anche la presenza di alcuni prestigiosi ospiti sia dovuta a stima e diletto e non a un eventuale interesse economico.
Siamo, infatti, di fronte ad un’operina preziosa e levigata che interesserà gli estimatori di Chicago (“
Between the lines”, la riproposizione della loro “
Look away”), dei Toto più “easy” (“
10 miles”), dei The Doobie Brothers (“
Love in the world”, con l’inconfondibile vocione di
Michael McDonald) e di tutti quei gruppi che, con una rara operazione di equilibrismo espressivo, riescono a gestire felicemente
pop,
rock,
rhythm ‘n’ blues,
funky,
jazz e
soul, senza apparire oltremodo stucchevoli o banalmente sdolcinati.
Certo, non è facile consigliare un disco del genere a chi nella musica cerca grinta e impatto, ma se invece classe, eleganza, garbo e romanticismo fanno parte delle vostre necessità sensoriali, credo che nel programma di “
II” ne troverete un’elevatissima concentrazione (con dei picchi importanti nella splendida “
All that I want” e nella conclusiva “
Sometimes you win”).
In chiusura di disamina, un plauso particolare per
Lars Säfsund (di Work of Art e Lionville … davvero eccellente la sua prova nella frizzante “
Runaway dancer”) e la segnalazione di una “
Price of love” interpretata dalla sua co-autrice (brano scritto con
Vic Pepe e
Jack Ponti)
Tamara Champlin … per molte ragioni preferisco la versione dei Baton Rouge, ma di fronte ad una melodia di questo valore non si può far altro che apprezzare e manifestare la propria sincera gratitudine.
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