Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:44 min.
Etichetta:Sliptrick Records

Tracklist

  1. CLOSER TO THE SUN
  2. WHOLE LOTTA LOVIN’
  3. BAG FULL OF BONES
  4. STANDING ON TOP
  5. DANDELION
  6. ROCK’N ROLL STAR
  7. MOVE ON
  8. SUPERNATURAL
  9. ADDICTED
  10. HELLHOUND BLUES

Line up

  • Victor Gustafsson: vocals
  • Adrian Johnsson: bass, backing vocals
  • Mattias Gudasic: guitar, backing vocals
  • Sebastian Varas: drums

Voto medio utenti

Ed eccoci ancora una volta impegnati nel cercare faticosamente di spiegare come mai un altro gruppo “emergente”, scandinavo, palesemente emulo di Led Zeppelin, Cream, Humble Pie e Rolling Stones merita la vostra attenzione anche in un’epoca in cui il cosiddetto retro-rock è diventato un prodotto di “successo”, con annessa ricerca spasmodica dell’ennesima new sensation.
Impresa complicata solo a “parole” in realtà, perché credo sia sufficiente un ascolto a questo “Out of the blues”, esordio degli svedesi The Striders, per rendersi facilmente conto di come certi suoni nelle mani “giuste” possano risorgere con innata vitalità, pur senza nascondere neanche per un istante le loro profonde radici ispirative.
Insomma, il consiglio, da indirizzare soprattutto ai più scettici, è di testare la tensione espressiva che i nostri affidano a brani come “Closer to the sun”, blues n’ roll denso e vischioso come la pece o a “Whole lotta lovin’”, "Bag full of bones”, “Move on” (bello il break psych), “Supernatural“ e “Addicted”, credibili e viscerali tributi all’immarcescibile arte del Dirigibile più famoso e seminale del Rock.
Nel programma c’è spazio pure per le melodie maggiormente “ruffiane” di “Standing on top”, per un’elegiaca ballata acustica denominata “Dandelion” (una “roba” che potrebbe piacere anche ai fans dei Pearl Jam) e per un’altra trascinante delizia di hard-rock blues “classico” denominata “Rock’n roll star”, mentre tocca a “Hellhound blues” tentare di sollecitare la parte maggiormente malinconica e visionaria del vostro animo di musicofili.
Non siamo ancora ai livelli di eccellenza dei migliori transcodificatori contemporanei della tradizione, ma “Out of the blues” è senza dubbio un lavoro che attesta in maniera piuttosto nitida le qualità, la vocazione e la sincerità d’intenti che alimentano i The Striders, saldamente legati alla storia del genere e ben lontani dall’esserne una semplice parodia.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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