I Draconian non sbagliano un colpo. Terzo disco e terzo top album sulle pagine di EUTK.net e non è un’esagerazione.
Qui stiamo parlando di una delle realtà più brillanti (oddio…dovrei dire più oscure) del panorama death doom dei giorni nostri, il sestetto svedese incarna nel migliore dei modi il senso che questa musica dovrebbe comunicare all’ascoltatore, ovvero angoscia, disperazione, rassegnazione…
E se con gli anni i My Dying Bride hanno deviato dalla loro origine, oggi i Draconian ne assumono in pieno l’eredità, rafforzandola con l’ottima alternanza di una voce death come Dio comanda, profonda e pienissima, da parte del poeta Anders Jacobsson, e del soave e maligno canto di Lisa Johansson, mai invadente e cinguettante ma di reale apporto ai brani di “The Burning Halo”, un concentrato di tristezza così attraente che è impossibile starne lontani o spezzare l’ascolto di un brano, nonostante la durata media si attesti sugli otto minuti.
“She Dies”. Lei muore. Cosa c’è di più struggente della morte della propria amata?
E proprio in apertura di album troviamo questo capolavoro, un gioiello di amore nero, che racchiude tutta la musica dei Draconian.
Una musica peraltro prodotta in maniera eccellente, i riffs scaturenti dalla coppia d’asce Ericson/Arvidsson sono così pesanti che lacerano il cuore, nonostante una produzione fatta in casa, il tutto a supporto di brani monolitici e statuari che già dai titoli dicono tutto: “The Dying”, “Serenade of Sorrow”, “On Sunday They Will Kill the World”, tutti pezzi eccessivamente sopra la media ma di normale amministrazione per i Draconian.
Concludo allo stesso modo del mio predecessore Whora alle prese con il secondo album “Arcane Rain Fell”: il meglio del death doom ora è nelle mani di questi draconici svedesi. Acquisto obbligatorio.
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