Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:New Aeon Music
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. SCULPTING THE THRONE OV SETH
  2. DEMIGOD
  3. CONQUER ALL
  4. THE NEPHILIM RISING
  5. TOWARDS BABYLON
  6. BEFORE AEONS CAME
  7. MYSTERIUM CONIUNCTIONIS (HERMANUBIS)
  8. XUL
  9. SLAVES SHALL SERVE
  10. THE REIGN OV SHEMSU-HOR

Line up

  • Nergal: vocals, guitars, bass
  • Frost: guitars
  • Baal Ravenlock: drums

Voto medio utenti

Ho sempre avuto molta stima nei confronti dei Behemoth, un gruppo in grado di sfornare ottimi lavori anche dopo aver cercato per più di una volta di cambiare pelle. Magari succedesse la stessa cosa ogni volta che un gruppo che mi piace passa dal black al death metal: di solito assistiamo al declino di una band ormai vicina al tramonto, oppure al tentativo di mascherare la carenza di idee con una leggera ventata d'aria nuova. Ovviamente nessuno di questi due casi trova affermazione nella carriera dei Behemoth, che dopo un paio di album di transizione trovano la loro consacrazione con questo "Demigod". Death metal che proviene dalla Polonia ma suona come negli album dei migliori act americani... una via di mezzo tra la passione per l'Egitto dei Nile e la spietata lucidità dei Morbid Angel, senza aver ereditato completamente la brutalità dei primi né la follia del gruppo di Trey Azagtoth. Pur non inventando nulla di nuovo (com'era presumibile), il gruppo riesce a mescolare e stemperare le varie influenze fino a renderle quasi invisibili... per questo nessuno urlerà allo scandalo nel sentire assoli e riff più melodici che potrebbero essere usciti direttamente dalla chitarra del compianto Chuck Shuldiner. Con un batterista come Baal Ravenlock, in grado di martellare per quaranta minuti cercando allo stesso tempo di essere il più vario possibile, e con l'ottima prestazione dietro il microfono di Nergal i Behemoth si presentano con un album all'altezza che se non ci cancella completamente la delusione ripensando al periodo black metal, si presenta comunque come un gradito ritorno ai vertici per la band polacca. Eppure sono convinto che il trio non si sentirà "arrivato" neanche questa volta... quale cambiamento ci dobbiamo aspettare per il prossimo album? Intanto godiamoci questo massacro, ritornando con la mente indietro all'epoca dei faraoni, alle immagini di schiavi che faticosamente trascinano blocchi per permettere ai loro sovrani di restare scolpiti nella storia. Perché, come dicono i Behemoth, "slaves shall serve"!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi
Violento

Massacro death metal con assalti black: questo è "Demigod", tributo ai sovrani e alla forza. Pezzi eccellenti, testi diretti e incisivi, tecnica più che ottima anche se differente dal predecessore "Zos Kia Cultus". "Slaves shall serve" il significativo, "The Reign Ov Shemsu-Hor" il doom, "Sculpting The Throne Ov Seth" dall'intro melodico. I Behemoth accontentano tutti con un altro album caricato e curatissimo, ottimo lavoro.

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