Bene bene, (si fa per dire) eccoci qui a quattro anni di distanza dal buon
Concussion Protocol a parlare di un nuovo lavoro dei
Vicious Rumors e, naturalmente, a parlare di un nuovo cantante.
Sí perché gli americani non hanno perso il vizio di cambiare i singer come fossero gli abiti nella vetrina di un negozio d'abbigliamento. Uno ad ogni stagione o quasi.
Nick Courtney, lo dico subito, è davvero bravo, ha una bella estensione, un buon timbro, riesce a sporcare oppure andare in alto quando serve e certamente non è colpa sua se questo "
Celebration Decay" è un disco molto modesto. Ops, l'ho già rivelato. Beh, tanto vale togliersi il dente: il nuovo Album dei
Vicious Rumors raggiunge appena la sufficienza. E ora vi spiego perché.
Senza andare a scomodare i capolavori del passato, la band ha dimostrato in più occasioni di aver perso la bussola, si è ripresa in alcune circostanze ma, ciclicamente, ritorna a sprofondare in una mediocrità allarmante, così lontana da una certa freschezza compositiva, dal saper creare belle melodie. L'ultimo
Celebration Decay sembra un album thrash che non ci ha creduto abbastanza. Da una parte non è sufficientemente incisivo, cattivo, rabbioso, dall'altra è troppo generico, fiacco, non ha linee che possano rimanere in testa.
Il marchio americano è impresso a fuoco nelle note dei
Vicious Rumors e certamente si sente che la musica arriva da oltreoceano, ma il punto è che a suonarla potrebbe essere chiunque.
Lungo le undici tracce non c'è nessun momento particolare.da ricordare, nessun brano che riesca a colpire, tutto è tremendamente piatto. Spesso vengono in mente certi
Megadeth ("
Pulse of the Dead", oppure "
Asylum of Blood" che ricorda "
Mary Jane") a volte cercano di recuperare dal passato come in occasione di "
Arrival of Desolation" che ripesca la ritmica e certi sapori della gloriosa "
World and Machines", altre volte sono i
Testament che fanno capolino, tipo su "
Darkness Divine". Tutto però senza la necessaria convinzione e mescolando la scaletta con pezzi insulsi come "
Any Last Words" o provando ad inserire elementi tra loro differenti senza che questi possano dare beneficio ad un brano, vedi "
Long Way Home". Gli assoli sono poi spesso elementari, tirati via, poco curati e quelli meglio riusciti sono nei brani peggiori. Ecco, il basso è ben udibile e fa un ottimo lavoro, ritagliandosi anche qualche porzione in primo piano. Poi leggi i credits e vedi che alle quattro corde c'è
Greg Christian. Thanks to the cock.
Peccato perché la partenza con la
title track non è male e fa anche ben sperare ma presto tutto scivola nella mediocrità e nel dimenticatoio. Di questo disco non rimane in testa molto e la voglia di riascoltarlo non si palesa.
Fosse una band all'esordio parlerei di un disco caruccio ancora da mettere a fuoco ma con i
Vicious Rumors, dopo 35 anni di attività, non posso farlo. Stiamo discutendo di un gruppo che, con tutto il bene che gli voglio, ha smarrito la sua identità e si sta arrabattando su canzoni tremendamente generiche dal vago retrogusto thrash.
Celebration Decay è ben suonato, è ben prodotto ed i californiani dal vivo sanno offrire un grande spettacolo; questi sono gli unici motivi che fanno raggiungere una sufficienza stentata a questo album, formalmente non brutto ma totalmente innocuo. Mancano le canzoni e non si può sorvolare su questo.
Non rimane che sperare in un'ennesima resurrezione.