Gli
Skeletal Remains, che da quasi 10 anni ci allietano con il loro Death Metal violento e Old Skull, sono arrivati finalmente al quarto album, dopo il bellissimo
Devouring Mortality di due anni fa. Quello di due anni fa è stato anche il disco “del salto di qualità” possiamo dire, visto e considerato che gli ha permesso di firmare un contratto discografico con la tedesca
Century Media, rendendoli così una delle nuove band estreme di punta nel panorama mondiale. Per gli
Skeletal Remains questo disco è anche la presentazione della nuova lineup, totalmente stravolta dal disco precedente: l’unico che si è “salvato” ed è rimasto a bordo della propria nave è
Chris Monroy, cantante/chitarrista e fondatore.
Mike De La O è tornato nella formazione dopo la sua brevissima militanza nel gruppo nel 2011 in veste di secondo chitarrista. Al basso troviamo
Noah Young, che aveva già suonato negli Warbringer e in altri gruppi. Invece il rapporto degli
Skeletal Remains con la batteria è da sempre conflittuale: ne hanno cambiati 5 in meno di 10 anni, in questo disco troviamo, in veste di turnista,
Charles Koryn, batterista di altri 353 gruppi. La meravigiosa copertina è stata disegnata (come quella del disco precedente) da l'immarcescibile
Dan Seagrave, che con i suoi ghirigori, mostracchi e vermetti accompagna molti dei dischi death metal più iconici.
Illuse Divinity ci presenta una band informissima, senza se e senza ma: non si sente affatto la mancanza della vecchia lineup, sia livello ritmico che solistico. Realmente devastante, tecnica, precisissima e in una certa misura anche fantasiosa e originale. Gli
Skeletal Remains riconfermano tutto quel che hanno predicato fino a questo momento: morte, violenza e distruzione! Tornando seri, questo disco è veramente un ottimo album, piena incarnazione del death metal “dei nostri giorni”. Una canzone veramente belle che voglio segnalare è la semi-title track, ovvero “
Tomb Of Chaos”, l’ultima del “lato A”. Trovo questa canzone la perfetta sintesi di quello che sono e sono stati gli
Skeletal Remains in questi 10 lunghi anni di attività e travagli. La perfetta sintesi anche di quello che il death metal può essere, senza cadere in mille clichè e senza risultare stantio, statico e ripetitivo.
The Entombment of Chaos si conclude con una meravigliosa cover di una canzone tratta dal l’unico disco della sfortunata band di
James Murphy: i
Disincarnate.
Dreams of the Carrion Kind è sicuramente uno di quei classici minori dalla copertina orrenda che ogni amante del death metal dovrebbe conoscere. Gli
Skeletal Remains riescono a far sembrare loro quella stupenda canzone di 27 anni fa.
Grandi
Skeletal Remains, vi auguro un futuro marcio e putrido, all’insegna della morte della putrefazione!
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