Dalla Grecia con furore, ecco a voi i
Fortress Under Siege, e mi sorprendo a pensare come, negli ultimi 15/20 anni, la terra ellenica abbia fornito senza soluzione di continuità bands interessanti, in tutti i generi del nostro amato metallo, diventando di fatto una fucina affidabile per la musica che ci piace tanto.
I nostri
FuS sono al loro terzo full length, album che ha dovuto attendere ben 6 anni per vedere la luce; i motivi sono molteplici, ma di base la questione è stata la sostituzione del vocalist, in quanto l'ex titolare dietro al microfono,
Mike Livas, è stato licenziato dopo aver praticamente registrato tutte le linee vocali dell'album. Dopo un paio di tentativi a vuoto, la band decide di spostare il chitarrista ritmico
Tasos Lazaris alla voce e di assumere un nuovo axeman, e così finalmente il nodo è sciolto e "
Atlantis" può prendere vita.
Cosa ci aspetta, dunque? Beh, di base immaginate un power potente e ben spinto, che si concede i suoi momenti cadenzati e maideniani nell'incedere ("Atlantis", "Vengeance" per nominarne un paio), ma che di base preferisce territori un filo più power ("Love Enforcer", Seventh Son", "Time for Rage"), pur senza necessariamente spingere sull'acceleratore (a me ricordano spesso i
Firewind di Gus G., ad esempio nella track che potete vedere/ascoltare nel player qui sotto). Obiettivamente, le composizioni sono carine ma poco originali, e la summenzionata potenza si diluisce spesso, per colpa di soluzioni un pò troppo banali in fase di arrangiamento. Ecco, non è l'album che vi farà strappare i capelli, pur restando un buon prodotto di heavy/power. Il resto, come sempre, sono gusti personali.
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