Arri vano da Curitiba, si chiamano
Landfall e vanno senza ombra di dubbio segnalati a tutti gli estimatori della melodia muscolare, materia che trattano con disinvoltura e competenza, dimostrandosi fin da questo esordio un gruppo di buonissimo livello.
Mescolando sagacemente
class-metal,
hard-rock e
AOR, “
The turning point” piacerà, dunque a chi considera Journey, Mr. Big, Dokken e Hurricane capisaldi del suo percorso di
musicofilo, in cui i nostri si possono inserire con un prodotto discografico magari non ancora pienamente esaltante e ciononostante di certo superiore alla media.
Grazie alla voce erudita e ispirata di
Gui Oliver (un sagace ammiratore di
Steve Perry ed
Eric Martin, già apprezzato negli Auras), al fraseggio incisivo e sensibile di
Marcelo Gelbcke e al funzionale duo ritmico formato
Thiago Forbeci e
Felipe Souzza, i brasiliani sfornano una successione di brani alimentati da un
songwriting piacevole e appagante, da “consumare” ripetutamente senza dover subire l’onta dello
skip.
Si parte in maniera egregia con le fibre sonore aitanti e accessibili di “
Rush hour” e “
No way out”, ma per quanto mi riguarda il programma riserva emozioni anche più intense in “
Jane’s carousel”, “
Across the street”, nella passionale "
Don’t come easy” (la mia preferita in assoluto …) e poi ancora in “
Roundabout” (una sorta di felice interpolazione tra Van-Halen, Mr. Big ed Extreme) e nella spirituale “
Hope hill”, tutte tracce in cui i
Landfall sembrano condensare le loro migliori qualità espressive, mettendo a frutto in modo focalizzato l’immarcescibile lezione dei maestri del genere, ostentando una notevole classe pur nella “prevedibilità” dell’approccio musicale.
La bella grinta di “
Taxi driver”, le suggestioni Journey-
iane della romantica “
Distant love”, della viscosa “
Road of dreams” e della
sciccheria adulta “
Sound of the city” incrementano le buone vibrazioni di un ascolto che conferma il “fiuto” e la competenza della
Frontiers Music nell’arricchire di promettenti “nomi nuovi” il suo invidiabile e prestigioso
roster, per la gioia di chi adora i “classici” e non smette di cercare proseliti all’altezza della situazione.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?