Hexecutor - Beyond Any Human Conception Of Knowledge…

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:48 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. BURIED ALIVE WITH HER WHITE SILK DRESS
  2. KER YS
  3. ETERNAL IMPENITENCE
  4. TIGER OF THE SEVEN SEAS
  5. BELZEBUTH'S APOCRYPHAL MARK
  6. BRECHELIANT
  7. DANSE MACABRE
  8. KROEZ ER VOSSEN

Line up

  • S. Chainsaw-Maeströr: bass
  • Putrid Vön Rötten: drums
  • Joey Demönömaniac: guitars, vocals (backing)
  • Jey Deflagratör: vocals, guitars

Voto medio utenti

Ingolosito da una copertina affascinante e dall’etichetta “speed metal” che accompagnava il promo, mi sono buttato su questi francesi ma mi sono trovato di fronte a qualcosa di diverso a ciò che pensavo e sembra che gli stessi Hexecutor abbiano le idee un po’ confuse. Ma attenzione: gli spunti interessanti non mancano di certo!

La band ci propone una sorta di thrash metal alla Kreator del periodo Pelasure to Kill (con tutto il corredo di rullate sui tom di piccolo diametro da parte del batterista) unite ad un black metal prevalentemente svedese, quindi con un fondo di melodia, alcune dissonanze ed un flavour assolutamente epico. Questa base “extreme” viene affiancata ad altre influenze più classicamente metal che ritroviamo in tracce come “Tigers of the seven seas” o in porzioni melodiche di altre canzoni.
Come accennavo, c’è un pochino di confusione all’interno di questa proposta, non riesco a capire bene dove vogliono andare a parare ma alcuni momenti sono di godimento assoluto. Thrash, speed, black, classic o epic? Un mix di influenze che se amalgamato in modo più equilibrato potrebbe essere devastante.
La voce è sporca e ricorda quella di un Mille Petrozza di inizio carriera, parecchio sgraziata ed idealmente mixata con un Van Drunen più acuto, ma poi ci sono anche cori e contro cori. La batteria è invece perfetta, vera, le chitarre macinano e grattugiano poi si aprono a melodie più semplici ed il basso esegue linee abbastanza dritte, e tutto questo insieme riesce a creare un buon impatto se non fosse che la direzione rimane un po’ caotica.
La prima traccia dall’impronta speed thrash arriva con "Belzebuth's Apocryphal Mark" con tupa tupa a cannone, chitarre in tremolo che macinano bicordi a tutto spiano ma sembra buttata in mezzo alle altre canzoni che sono più thrash-black o classic metal sporche e grezze. Si sente che le idee sono molte, il potenziale c’è tutto e "Beyond..." è un disco che funziona bene, ma solo a sprazzi.
Speriamo ritornino con una direzione più a fuoco a farci sentire tutto il loro potenziale.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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