Il sacro libro dell’heavy metal è ricco di pagine di storia eccezionali. Ma non è un racconto concluso, come pensano in molti, è invece un’avvincente storia che prosegue, ogni giorno, magari in modo silenzioso ma assolutamente di grande valore. Un’infinita avventura fatta di piccole e grandi band, di persone intrepide che si sbattono per portare la loro musica nei nostri stereo.
Oggi viene scritta un'altra pagina per i
Glacier, band di culto americana che ha pubblicato solamente un EP (molto bello) nel 1984 ma che ritorna a noi con la stessa passione di un tempo, per prendersi una rivincita e pubblicare finalmente l’agognato full length.
E così, dopo che la
No Remorse Records ha riportato in azione gli
Shok Paris (dopo 31 anni), gli
Hittman (dopo 27anni), i
Sacred Outcry (a 22 anni dalla fondazione) regalandoci album magnifici, la label greca può aggiungere a questo 2020 anche l’ottimo
The Passing of Time. Ed ora che anche il titolo chiude il cerchio di questa introduzione, posso passare a parlare del disco.
Recensione breve: se vi piace il metal classico comprate questo album.
The Passing of Time ha otto canzoni, quattro per lato, alla vecchia maniera. Quaranta minuti di musica senza intro, outro o cose inserite per allungare il brodo. Ed anche se alcune tracce vengono fatte risalire agli anni '80, qui troverete solamente metal classico nella sua forma più pura, composto da una formazione tutta nuova ad eccezione del cantante.
E già qui riesco a sentire i più rompipalle tra di voi: “
ma se la band ha 4/5 dei componenti diversi da quella originale, non avrà mai il sound dell’EP del 1984 e non ha senso che abbia lo stesso nome”.
Prima vi consiglio di ascoltare il disco, poi di parlare.
Anche perché voglio vedere chi si ricorda l’omonimo esordio, visto che non lo ha cagato nessuno.
Già l’apripista "
Eldest and Trust” è dotata di un suggestivo inizio in crescendo dalla marcata vena epica che esplode in un bel riff supportato da buone linee di chitarra che poggiano su un mid tempo muscoloso. Vi concedo che la voce di
Michael risenta un pochino gli anni ma vi assicuro che è assolutamente dignitosa e fa un buon lavoro per tutto il disco, sorretta ogni tanto da cori mai invasivi o cheesy. Per lo più ci troviamo davanti a dei mid tempo, anche sostenuti ma mai troppo veloci, senza effetto “elicottero” e che, grazie a buoni riff, ottimi hook e giuste atmosfere, riescono a colpire nel segno. C’è anche un pezzo più energico, "
Into the Night” in cui l’intensità aumenta e la scaletta viene movimentata, c’è qualche riferimento ai
Maiden ("
Infidel”) con il basso in primo piano e le linee di chitarra armonizzate ma, per lo più, ci troviamo davanti ad un lavoro che non prende spunto da una band in particolare ma che si cala in un periodo storico fatto di musica aggressiva, melodica e dai tratti epici. La produzione del disco è attuale e mai troppo compressa, quindi anche chi chi si lamenta di certe produzioni fintamente ottantine (mi ci metto in mezzo, a volte) può stare tranquillo.
Signori, non avete scuse: il metallo esiste ancora ed è tra noi scintillante e potente come non mai. Se ancora non ve ne accorgete, allora non vi interessa.
Piccola polemica in chiusura.
Non è possibile che la
No Remorse Records abbia appena 12 video/canzoni delle proprie band sul suo YT ufficiale e per conoscere meglio qualcuno dei suoi gruppi si debba cercare su altri canali. Svegliatevi!