David Minasian è un compositore e poli-strumentista americano, noto per aver collaborato con il cinema per varie colonne sonore, oltre ad aver lavorato per riprese live e/o studio con vari artisti, tra cui potrei citare Camel, The Moody Blues, Three Dog Night e tanti altri.
Collocato il nostro uomo nella nicchia che gli compete, passiamo alla parte prettamente musicale. Il qui presente "
The Sound of Dreams" è il secondo album dopo il precedente "
Random Acts of Beauty", che piacevole interesse aveva suscitato nell'ambiente, ormai 10 anni fa. A coadiuvare David in questo suo viaggio sonoro è come sempre il figlio
Justin alle chitarre e una pletora di amici/professionisti, da
P.J. Olsson (Alan Pasrons Live Project) allo stesso
Justin Hayward dei Moody Blues, e molti altri. Il risultato è un album decisamente sognante, come il titolo suggerisce, ma forse 'un pò troppo'. Mi spiego: le composizioni di Minasian sono sicuramente interessanti, ma sembrano sempre come abbozzate e mai pienamente sviluppate, come se in fase di arrangiamento ci si fosse fermati un pelo prima della tracking ufficiale, e questi fossero i (più che buoni) demo della pre-produzione. La sensazione è avvalorata dalla quasi totale assenza di batterie vere, dai solos decisamente raffazzonati e da strutture compositive ridondanti, che sacrificano la fruibilità sull'altare di un certo onanismo compositivo. Intendiamoci, ascoltare la suggestiva voce di Olsson su "
So far from Home" mette i brividi, e di altri momenti piacevoli se ne trovano facilmente, qua e là; tuttavia, il lavoro di David Minasian rimane quasi un prodotto di nicchia, per gli amanti di sonorità eteree e fluide, che sappiano prendersi il tempo e lo spazio adeguato per lasciar maturare le suggestioni di un album un pò troppo new age e un pò (troppo) poco rock.
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