Un mini e quattro brani per quattro band. Questo espediente usato molto spesso nei primi anni 90, specie in formato 7” – ricordo che la
Nuclear Blast ne pubblicò alcuni per far conoscere
Sinister, Hypocrisy e altre band della prima ondata death - non è mai passato veramente di moda e l’etichetta svedese
Blood Harvest lo riutilizza per farci conoscere quattro gruppi provenienti dall’underground death metal statunitense, gli
Oxalate, i
Perpetuated, i
Blood Spore e i
Vivisect.
Certo un brano a testa è davvero poco per farsi una idea non superficiale di un gruppo, ma così è e così ci dobbiamo “accontentare” di quello che ci viene gentilmente offerto nel piatto.
E la porzione offertaci non è malaccio.
Gli
Oxalate aprono le danze con
“Necrotic descent”, pezzo la cui struttura ricalca quelle dei primi vagiti dell’Angelo Morboso, con una base ritmica molto compatta, che poi aumenta di velocità e vigore, growling profondo e minaccioso e riffing cupo e cadenzato. Speziato il giusto e dal sapore anni 90.
Seconda traccia che vede condurre le danze dai
Perpetuated con
“God’s assassin”, scheggia di death veloce dal buon groove e caratterizzata da un blasting molto sostenuto che non si perde in tecnicismi di sorta, peccato che la registrazione sia troppo sporca. Va bene che è death old school, ma non si dovrebbe rendere il mixaggio troppo incomprensibile.
Penultima traccia del mini per i
Blood Spore. Dalle prime note si sente che la registrazione è migliore dei colleghi precedenti ed è un bene. Death/doom fosco e rallentato quello proposto dalla band di Philadelphia, gentile variazione sul tema rispetto a chi li precede,
“Dreading the mycelial mask” è un brano ben costruito che, seppur non aggiunge né sottrae qualcosa al genere, dimostra che il quartetto non è uno sprovveduto ed è in grado di tirar fuori qualcosa di buono. Peccato per il finale un po’ troppo caotico per i miei gusti.
Ultimo colpo per i
Vivisect con
“Extraterrestrial proliferations”, brano ispirato anche questo dai sempiterni
Morbid Angel, che vive di continui strappi fatti di accelerazioni e rallentamenti. Voce a parte, chissà perché i “cassetti della memoria” mi hanno riportato alla mente i
Resurrection dell’esordio di
“Embalmed existence”Che ne dite di un assaggio?
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