Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:39 min.
Etichetta:The Spew

Tracklist

  1. VALLOGGIA 250
  2. JESUS VIRUS
  3. BRIXIA CHAINSAW MASSACRE
  4. ZOMBIE EXPERIMENT
  5. FAMILY VIVISECTION
  6. PATHOLOGIST INSTABILITY
  7. EMORRAGIA
  8. ZOMBIES (ODORE DI FAME)
  9. PASTER OF MUPPETS
  10. SERIAL GRINDER
  11. 30" TO EXPLODE
  12. LA VENDETTA DEL FANTASMA SERIAL GRINDER
  13. INFECTION
  14. DANCE OF MANIAC
  15. KINGS OF FARM

Line up

  • DR: vocals
  • Willi: guitars
  • Pr-Jad: guitars
  • Necrom: bass
  • Parla: drums

Voto medio utenti

Dopo quasi dieci anni dalla loro formazione, i Cadaveric Crematorium giungono al primo full-lenght, questo “Serial Grinder”, il quale è il coronamento di una carriera che ha visto la band bresciana farsi le ossa in giro suonando con molti big del genere, che, per inciso, è brutal death metal con forti influenze grind.
Il disco risulta essere un po’ una sorta di bignami del genere, riuscendo a fondere oltre alla brutalità e a certa perizia tecnica del genere, anche quelle trovate d’effetto, spesso intrise d ironia, che rappresentano il valore aggiunto del genere stesso. Ed è così che accanto a pezzi al fulmicotone come “Jesus Virus” o la brutalissima “Dance Of Maniac”, trovano posto l’ironia, seppure in chiave distruttiva, di “Brixia Chainsaw Massacre”, dedicata alla natia Brescia, oppure ad esempio “Paster Of Puppets”, breve tributo ai Metallica in chiave grind. Come non citare poi “La Vendetta Del Fantasma Serial Grinder” oppure la conclusiva “Kings Of Farm”, che prende in giro i Manowar?
Sia chiaro però che a parte l’ironia, questo “Serial Grinder” è fatto di note decise, strutturate, devastanti, e una riprova è proprio la title-track, pezzo forse più riuscito del lotto, dove la band mostra anche interessanti cambi di ritmo. I Cadaveric Crematorium inoltre hanno l’intelligenza di non lasciarsi prendere la mano dalla brutalità, di non
Ottima la prova tecnica della band, e buona la produzione, opera di Tommy Talamanca e dei suoi Nadir Studios.
Plauso anche ai testi, intrisi di humour, ma intelligente, e che mostrano quanto la band sia addentro a 360 gradi, con passione, a quello che fa.
In definitiva un buon disco davvero, da parte di una band che dimostra di aver imparato la lezione dei grandi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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