Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:33 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. ALONE AGAINST FLAMES
  2. MELTED BASE
  3. GHOST IN THE VOID
  4. LONG STARE
  5. HYPERMECH
  6. DISAPPEAR
  7. SIMULATED WORLD DOWN
  8. SLAG
  9. GATEWAY TRIAL
  10. HEAVY LEGS IN THE MANSION

Line up

  • Kyle Kennedy: vocals, drum machine
  • Matt Underwood: guitar
  • Matt Mutterperl: bass

Voto medio utenti

I texani Realize nascono come creatura solista Kyle Kennedy, il quale per la stesura di questo "Machine Violence" ha deciso di farsi affiancare da Matt Underwood alla chitarra e Matt Mutterperl pur mantenendo il timone creativo del gruppo ben saldo nelle proprie mani: il risultato di questa sinergia e comunione di intenti è questo disco di debutto che può vantare il raro privilegio di essere edito dalla Relapse Records e che nell'arco di una trentina di minuti ci fa compiere un gustoso salto nel passato, più precisamente verso la metà degli anni novanta. In quel periodo storico infatti i Godlesh facevamo uscire album come "Selfless" e molte band metal e personalità di spicco, soprattutto in ambito death metal e nella cerchia dei compagni di etichetta della Earache, furono talmente influenzate dalla loro musica da inserire nel sound delle proprie band madri influenze industrial (Napalm Death) o a dare vita a progetti paralleli che esplorassero queste nuovo sound (Nailbomb, Meathook Seed). I Realize di fatto hanno come obiettivo quello di riproporre un industrial metal fortemente influenzato dai padrini Godflesh e dalla succitate band, con la giusta dose di entusiasmo e senza la pretesa di suonare innovativi o rivoluzionari. I pezzi che compongono "Machine Violence", un titolo azzeccato al 100% con la musica dei Realize, si poggiano su pattern di drum machine violenti e ficcanti, capaci di trapanare la corteccia cerebrale con il loro sound freddo ed alienante, su cui la chitarra di Underwood propone riff rocciosi e distorti dalla fortissima componente metal, mentre la voce aspra di Kennedy completa il quadro di disumanizzazione di cui la band si rivela artefice e che trova la propria sublimazione in canzoni quali "Alone Against Flames" dal sapore quasi death metal, oppure in "Ghost In The Void" il cui incedere cadenzato e roccioso vi varà muovere la testa a suon di headbanging, o ancora "Slag Pile" e "Disappear". Giusto l'outro finale "Heavy Legs In The Mansion" riesce leggermente a stemperare la tensione che rimane costante durante l'ascolto di "Machine Violence" per mezzo di una chitarra acustica, che si intreccia con sprazzi harsh e noise e con la voce distorta di Kennedy che riesce a rendere disturbante anche questa outro.
"Machine Violence" è quindi un sentito e sincero tributo ad un sound che (ancora?) non ha vissuto le cicliche ondate revival che ormai imperversano anche nella nostra amata musica, ed è un lavoro che come nel mio caso vi farà venire voglia di rimettere nel lettore cd o sul vostro giradischi album o artisti che era da un po' che prendevano polvere nella vostra collezione di dischi.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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