Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:51 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. WALK IN THE WIRE
  2. WHERE IS LOVE
  3. AIN’T GOOD LOVIN’
  4. I WISH THERE WAS A WAY
  5. WHEN IT’S ALL SAID AND DONE
  6. STAND AND DELIVER
  7. SULTRY LADY
  8. RUN FROM THE DARK
  9. THIEF IN THE NIGHT
  10. YOUNG OF HEART
  11. TELL ME
  12. I BELIEVE IN THIS LOVE

Line up

  • David Buckthorp: vocals
  • Lewis Nitikman: keyboards
  • Troy Reid: vocals
  • Scotty Hall: guitars
  • Kim Kayzer: guitars
  • Ray Roper: guitars
  • R. Marsland: guitars
  • Rik Emmett: guitars
  • Tom Christainsen: bass
  • Phil Robertson: drums
  • Daryl Burgess: drums
  • G. Eyre: drums

Voto medio utenti

Questa, cari AOR-sters al’ascolto, è una di quelle delizie di rock raffinato e di gran classe che non deve proprio mancare nelle vostre preziose collezioni discografiche.
Ora, confidando nella preparazione dei nostri lettori, sono sicuro che una definizione perentoria di questo tipo apparirà ai loro occhi superflua e scontata, ma qualora qualcuno là fuori malauguratamente non conoscesse la grandezza dell’unico albo eponimo dei Diamond In The Rough, forniamo, sfruttando l’occasione di questa riedizione su AOR Heaven (ne esiste un’analoga della Long Island), alcune indicazioni sull’opera e sui suoi autori.
Nato da un’iniziativa del tastierista canadese Lewis Nitikman (noto anche per la militanza negli Stonebolt) e del cantante Dave Buckthorpe, il gruppo coagula al suo interno numerose personalità musicali della scena di Vancouver, arrivando, dopo varie vicissitudini a incidere il disco nei celebri Metal Works Studios, la “casa” dei leggendari Triumph (con lo stesso Rik Emmett che concede la sua favolosa chitarra all’openerWalk on the wire”).
Uscito nel 1988 su etichetta Virgin, “Diamond in the rough”, ottenne buoni riscontri commerciali, tuttavia non sufficienti a dare un seguito alla scintillante coalizione artistica, che si dissolse ben presto consegnando Buckthorpe a una proficua carriera di compositore (lo troviamo in “Into the street“ dei Boulevard) e Nitikman a collaborazioni di rilievo, con il cantautore John Reilly, e poi con Troy Reid (Agent) e Ray Roper (Stonebolt), culminate nella pubblicazione di “New dawn” degli Stranded (edito da Escape Music nel 2019).
Arrivando ai contenuti di tale sciccheria, diciamo che siamo di fronte ad un piccolo trattato di sonorità adulte intinte di sfumature techno-pop, per il quale si possono citare MTB, Toto, Ambrosia, Glass Tiger, Level 42 e gli stessi Boulevard come plausibili riferimenti da elargire all’ascoltatore ignaro.
Difficile trovare un momento debole nel programma (arricchito da due brillanti bonus, “I believe in this love“, cantata da Reid, e la sbarazzina “Tell me“), ma se volete un’idea nitida dell’estetica inappuntabile e dell’irretente dosaggio dei vari elementi sonori di cui i nostri sono capaci, vi consiglio in prima istanza la verve di “Walk in the wire”, la malinconica "Ain’t good lovin’” (non lontana dai REO Speedwagon), la pomp-osaWhen it’s all said and done”, la ballata “I wish there was a way” e la Toto-esca "Run from the dark”, tutta “roba” concepita per mandare in estasi tutti i cultori del rock “radiofonico” ottantiano.
Agli amanti della West-coast music affidiamo le perle “Where is love” e “Stand and deliver”, a chi non disdegna le pulsazioni di funky tecnologico è rivolta “Sultry lady”, mentre le introspezioni crepuscolari di “Thief in the night” e “Young of heart” sono perfette per cercare di carpire i “segreti” di una forma di easy listening sofisticato ed emotivamente catalizzante.
Null’altro da aggiungere, se non esortarvi, nel caso abbiate intenzione di porre rimedio a una mancanza “ingiustificabile”, a un celere accaparramento di questa irrinunciabile ristampa, limitata a sole cinquecento copie e reperibile esclusivamente attraverso il contatto diretto con l’encomiabile etichetta tedesca che lo patrocina.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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