Debut album per i losangelini Anthea, che irrompono sul mercato col qui presente "Illusion", targato Rockshots Records.

La miscela degli Anthea si appoggia fortemente sul power/symphonic metal di matrice Nightwish (sentire"Reach", che scippa letteralmente il riff iniziale a "Storytime" dei finnici), qualche apertura un pò più American Power e una costante ricerca dell'equilibrio potenza-melodia. MA.

La voce di Diego Valadez è davvero poco convincente, spompata e al limite del poco intonato in alcune parti; quando poi non bastasse, è il chitarrista Juan Pina ad avventurarsi in improbabili screams che lasciano davvero il tempo che trovano. Alle spalle, una band derivativa, ben dotata tecnicamente per carità, ma le cui composizioni (per quanto ben prodotte) ricordano sempre qualcosa di già sentito: vi ho già parlato dei Nightwish per il primo brano, beh il secondo copia i classici riff targati Angra, e l'intermezzo pianoforte/voce fa talmente il verso a Roy Khan e i Kamelot...

... E così via, fino alla fine del platter. E ripeto, gli Anthea sanno suonare, sono proprio le canzoni che sono deboli in fase di stesura e di arrangiamento; c'è anche la 'nostra' Chiara Tricarico (Moonligh Haze, Sound Storm) a cercare di abbellire "Moirai" (riuscendoci, per la sua parte), ma ascoltando l'album nella sua interezza, più e più volte, la sensazione non ci abbandona.

Si poteva fare di più? I mezzi non mancano di certo, e il potenziale si annusa a distanza... Magari il tempo regalerà agli Anthea una più forte personalità e la voglia di NON assomigliare a nessuno. We'll be waiting.