Ed ecco il decimo album della band tedesca dei
Lonewolf che continua a inseguire le ritmiche proprie di gruppi quali Running Wild e Grave Digger. quindi il nuovo “
Division Hades" non brilla certo per originalità
Va bene essere fedeli al motto "never change a running system", ma qui i Nostri sparano pallottole un po' spuntate
Il suono è si chiaro e potente grazie anche al mixaggio e la masterizzazione di Charles Greywolf così come le liriche sono interessanti – c’è anche un tributo a Mark "The Shark" Shelton dei Manilla Road – e c’è pure la confezione molto succulenta col CD Digipak con bonus disc chiamato "Into The Past We Ride", che contiene registrazioni rare e demo, ma alla lunga ( il doppio CD dura 94 minuti ) si rimane con l’amaro in bocca.
Il songwriting è pesante e legnoso ed inoltre le vocals di Jens Borner proprio non riescono a piacermi sforzandosi di imitare Chris Boltendahl .
Le ritmiche sono serrate e la doppia cassa va a profusione ma molti brani mancano di mordente, si cerca di suonare come i Running Wild ma all'arrembaggio abbiamo una ciurmaglia un po' stanca che passa da brani riusciti quali “
Underground Warriors” e “
Alive”, nei quali ci sono echi dei migliori Running Wild o come nella epica "
Erik The Red", o nella Grave Diggeriana "
Lackeys Of Fear" ad altri nei quali è la ripetitività a farla da padrona.
Forse una durata minore avrebbe giovato alla riuscita del disco.
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