Dopo tre anni dall’esordio, ecco tornare la one man band inglese
Hellripper, con un disco breve e intenso.
Secondo album e debutto per la blasonata label conterranea
Peaceville; diciamo la verità, qui di black metal non ce n’è manco mezzo se ragioniamo con la testa ancorata alla seconda ondata scandinava dei primi anni 90.
Questo album è totalmente devoto alle sonorità più “estreme” degli anni 80, si perché nonostante il factotum
James McBain sia giovanissimo, la testa è ancorata all’epoca d’oro di un certo tipo di metal.
Qui si tratta di bruciante, potente e serratissimo speed metal con qualche riferimento thrash e motorheadiano; un disco che non cerca d’impartire nessuna lezioncina moraleggiante col ditino alzato.
Tutt’altro, l’intento è di offrire in quasi mezz’ora una scarica di adrenalina velocissima; partendo dalla vigorosa titletrack e opener di questo lavoro, dove viene aperta da una parte cadenzata per poi ecco la fucilata a rotta di collo con lo screaming sguaiato e aggressivo del nostro, un brano che ha una bella parte in mid tempo prima del solo.
“
Vampire’s grave”, sembra rubare i riff alla band di
Lemmy e co., ma non solo, l’irruenza e la voglia di spaccare tutto si sente.
“
Beyond the convent walls”, sembra replicare il tiro e certo piglio che avevano i primissimi
Metallica, ovvero quelli del potentissimo esordio “
Kill Em’All”; il chorus è ad hoc e anche il solo.
“
Hexennacht” è devastante per la sua brevità, nemmeno arriva ai tre minuti; brano serratissimo con un chorus coinvolgente, solo potente e thrashy e piglio distruttivo.
Per sommi capi non si tratterà mai del disco del secolo, è derivativo ma divertente; se vi piace passare una mezz’oretta di sano speed metal ottantiano con voce in screaming fateci un pensierino.
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