Hellripper - The Affair Of The Poisons

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:30 min.
Etichetta:Peaceville Records

Tracklist

  1. THE AFFAIR OF THE POISONS
  2. SPECTRES OF THE BLOOD MOON SABBATH
  3. VAMPIRE'S GRAVE
  4. BEYOND THE CONVENT WALLS
  5. SAVAGE BLASPHEMY
  6. HEXENNACHT
  7. BLOOD ORGY OF THE SHE-DEVILS
  8. THE HANGING TREE

Line up

  • James McBain: everything

Voto medio utenti

Dopo tre anni dall’esordio, ecco tornare la one man band inglese Hellripper, con un disco breve e intenso.
Secondo album e debutto per la blasonata label conterranea Peaceville; diciamo la verità, qui di black metal non ce n’è manco mezzo se ragioniamo con la testa ancorata alla seconda ondata scandinava dei primi anni 90.
Questo album è totalmente devoto alle sonorità più “estreme” degli anni 80, si perché nonostante il factotum James McBain sia giovanissimo, la testa è ancorata all’epoca d’oro di un certo tipo di metal.
Qui si tratta di bruciante, potente e serratissimo speed metal con qualche riferimento thrash e motorheadiano; un disco che non cerca d’impartire nessuna lezioncina moraleggiante col ditino alzato.
Tutt’altro, l’intento è di offrire in quasi mezz’ora una scarica di adrenalina velocissima; partendo dalla vigorosa titletrack e opener di questo lavoro, dove viene aperta da una parte cadenzata per poi ecco la fucilata a rotta di collo con lo screaming sguaiato e aggressivo del nostro, un brano che ha una bella parte in mid tempo prima del solo.
Vampire’s grave”, sembra rubare i riff alla band di Lemmy e co., ma non solo, l’irruenza e la voglia di spaccare tutto si sente.
Beyond the convent walls”, sembra replicare il tiro e certo piglio che avevano i primissimi Metallica, ovvero quelli del potentissimo esordio “Kill Em’All”; il chorus è ad hoc e anche il solo.
Hexennacht” è devastante per la sua brevità, nemmeno arriva ai tre minuti; brano serratissimo con un chorus coinvolgente, solo potente e thrashy e piglio distruttivo.
Per sommi capi non si tratterà mai del disco del secolo, è derivativo ma divertente; se vi piace passare una mezz’oretta di sano speed metal ottantiano con voce in screaming fateci un pensierino.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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