Ci si può “vergognare” per aver “pensato male” di un gruppo ? Di solito no, ma se si tratta dei
Wallfahrer, beh un mea culpa va comunque fatto … avevo dubitato, mi era avvalso della “facoltà del riascolto” non essendo schizzato subito dalla sedia per ringraziare ancora una volta gli dei del metal per averci regalato questo super duo, per fortuna però mi ero sbagliato … I maestri del black metal naturalistico ed atmosferico, ispirato da madre natura in tutta la sua primordiale essenza, sono tornati con il terzo album in tre anni e … dopo i non motivati dubbi iniziali, siamo ancora una volta qui pronti a decantare le qualità di
“Lightbringer-Leidbringer” , un album che, ovviamente, riprende tutto quanto fatto nei due precedenti splendidi lavori e da li riparte per poi andare oltre. E’ forse proprio questa iniziale mancanza di “sorpresa” per un sound che ormai conosciamo bene, che mi aveva fatto propendere per un lavoro leggermente meno ispirato o “semplicemente di maniera” … ma così non è, infatti quando una band, una grande band, in questo caso, arriva a forgiare un sound unico e personale, riconoscibile sin dai primi istanti, non deve certo vergognarsene, anzi, è un po’ quello che cercano tutti i gruppi, un suono e una personalità spiccata che li faccia emergere dall’immenso calderone odierno per ergerli sulla massa, così è per
Wallfahrer ! Se è vero che le note della magistrale doppietta iniziale
“Niedergänger (Weg Ins Nichts)” e
“Der Weise Auf Dem Lande” vi sembreranno un dejà vu, sarà un bel deja vu, un modo per risentirsi subito a casa, con tutte le migliori caratteristiche del duo che vengono sciorinate in una, ennesima, dimostrazione di classe assoluta. Ciò detto, non preoccupatevi, ci sono anche delle piccole novità come in
“Totenwache (So Sprecht Ihn Selig)” che dopo un breve inizio monastico (altro elemento ricorrente e ben incastrato nel sound della band) sorretto da un attacco quasi death oriented, si evolve su binari più melodici e qualitativamente meritevoli, proponendo delle splendide melodie sognanti e quasi sensuali in cui è puro piacere edonistico perdercisi dentro. Nella conclusiva
“Am Ende kriecht Der Mensch” davvero epica ed evocativa, il duo riesce a stimolare “visioni” immortali di meritati momenti di totale pace interiore che segnano il distacco dalla “volgare” materialità terrena per una più profonda elevazione dello spirito.
Wallfahrer si confermano una band unica, capace di entrare nell’animo dell’ascoltatore e di scavare dentro i solchi dell’emozionalità di ciascuno, tirando fuori sempre inaspettate emozioni . Se è vero che il dubbio accompagna la nostra esistenza, è altrettanto vero che la certezza dei
Wallfahrer come forieri d’arte, non può e non deve essere MAI messa in discussione … Aeternae Gloriae
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