Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:47 min.
Etichetta:Zeitgeister Music

Tracklist

  1. MARY'S ABBEY
  2. BOG SPAWN
  3. DEAD MARSHES
  4. THE CROWN OF THE WILD
  5. GLOOM
  6. THE OLD CHAMBER
  7. DEATH'S CANVAS
  8. THE MAZE
  9. BLACK RAIN
  10. THE DYING NIGHT

Line up

  • Florian Toyka: Bass, Guitars
  • Tim Steffens: Vocals, Guitars,Bass

Voto medio utenti

Il precedente "Merkur", uscito nel 2009, era stato, a mio avviso, uno dei migliori dischi black metal dell'anno e quindi aspettavo il ritorno dei tedeschi Klabautamann con una certa curiosità per vedere se il gruppo sarebbe stato capace di ripetersi su alti livelli.
Diciamo subito che il nuovo "The Old Chamber" è un ottimo disco che testimonia il grado di coesione e di professionalità ormai raggiunto dal duo della Vestfalia, anche in questa occasione aiutato dal batterista Patrick Schroeder, ma non raggiunge i vertici del precedente lavoro.
In questa occasione Florian e Tim sembrano aver scelto un approccio più diretto alla composizione, meno magniloquente e meno progressivo ed hanno effettuato, a ben vedere, un ritorno alle loro origini.
"The Old Chamber" risulta essere un disco di black metal "colto" che spesso sfocia nel folk metal e che fa di una atmosfera triste ed oscura la sua caratteristica principale.
Siamo di fronte, certamente, ad un lavoro di spessore che ci regala passaggi di altissimo livello, soprattutto per quanto concerne alcuni riff di chitarra davvero magistrali ("Gloom" o "Black Rain"), ma nei solchi di questa nuova fatica si fa difficoltà a cogliere quei passaggi contorti, tipici di "Merkur" che, subdolamente, ti si ficcavano in testa per non abbandonarti più facendoti amare la musica del duo.
I dieci nuovi brani dei tedeschi denotano influenze che vanno da certi Enslaved fino ai Borknagar più raffinati e mettono sul piatto una dose di aggressività maggiore di quella del recente passato, dipigendo paesaggi spesso ammantati di oscurità che fa tendere la proposta dei Klabautamann verso un robusto dark metal al quale, comunque, si contrappongono tipiche dissonanze di scuola black e pagan.
Lo scream di Tim Steffens si mantiene sempre acido e rabbioso e viaggia in contrasto con la melodia che adorna tutte le composizione.
In conclusione "The Old Chamber" è un disco da ascoltare, un disco nel quale la classe e le idee sono evidenti, ma da un gruppo come il nostro c'è veramente da aspettarsi di più.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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