Evildead - United $tate$ Of Anarchy

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:35 min.
Etichetta:Steamhammer

Tracklist

  1. THE DECENDING
  2. WORD OF GOD
  3. NAPOLEON COMPLEX
  4. GREENHOUSE
  5. WITHOUT A CAUSE
  6. NO DIFFERENCE
  7. BLASPHEMY DIVINE
  8. A.O.P. / WAR DANCE
  9. SEED OF DOUBT

Line up

  • Rob Alaniz: drums
  • Juan Garcia: guitars
  • Phil Flores: vocals
  • Albert Gonzales: guitars
  • Karlos Medina: bass

Voto medio utenti

Chi non muore si rivede.
E’ proprio vero, dopo 29 anni gli Evil Dead sono tornati in studio, per di più con alcuni membri della primissima lineup del gruppo. Infatti Juan Garcia, tra gli impegni con i Body Count è riuscito a trovare uno spazio per riformare la lineup del leggendario “Annihilation of Civilization”.
Credo che essere un po’ titubanti di fronte di questi ritorni sia, oltre che legittimo, sensato. Cosa aspettarsi dopo tutti questi anni? Scarti? Ricicli? Roba arrangiata malino? Canzoni spompate e noiose?
Con qualsiasi di queste aspettative verremmo smentiti: gli Evil Dead nel maledetto 2020 tornano con un disco dannatamente energico, old school e per certi versi anche ironico.
9 canzoni, 35 minuti
Si parte bene, non hanno voluto strafare con un disco particolarmente lungo.
Già il primo riff “The Descending” stupisce l'ascoltatore con un’ottimo Thrash Metal come si deve c’è, come ho detto qualche riga fa, io per primo non mi aspettavo niente. Sto parlando di quel Thrash Metal che ti fa muovere la testa e fare air guitar, quel thrash metal che ti porta indietro di 30 anni. I riff e gli assoli di Garcia e Gonzales sembrano davvero stati scritti 25/30 anni fa, residui di quel genio che compose “Holy Trails”, “Living Good” e “Annihilation of Civilization”. Thrash sì puro ma anche con quelle vene HC soprattutto di “Underworld”.
Sono pure ironici! io mi immagino quante risate in sala prove, in studio di registrazione e in fase di mixaggio per la intro di “No Difference”. Signori miei, “Let’s Jazz!”. Si! Free jazz in un disco Thrash Metal, prima di una delle migliori canzoni del disco per di più!
Gli Evil Dead hanno superato le difficoltà che si sono presentate da metà anni ‘90 in poi e si sono saputi rimettere in sesto per sfornare nel 2020 un disco che non ha niente da invidiare ai primi due (nemmeno la copertina, sempre del leggendario Ed Repka).
Però forse la conclusiva “Seed Of Doubt” è la canzone migliore, più complessa e completa (e anche la più lunga). Un avvicendarsi di riff, melodie e assoli veramente notevoli, che se fossero usciti 30 anni fa probabilmente tutti noi sapremmo a memoria.
Anche canzoni come “A.O.P. War Dance”, “Blasphemy Divine” o “War Of God” sono reali manifesti d’amore per il Thrash Metal più classico e ottantiano. Per non parlare della voce di Phil Flores, che dopo tutti questi anni non ha perso un grammo della sua aggressività e potenza.
Che dire? Bentornati Evil Dead, finalmente con il disco della consacrazione (che è come sempre il terzo), arrivato in ritardo di soli 27/28 anni.
Recensione a cura di Carlo Masoni

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