La nostrana Cruz del Sur, nelle sue strane peregrinazioni musicali, stavolta va a pescare nientemeno che a Chicago, Illinois, e dalla splendida città americana tira fuori quattro musicisti esaltati, esagitati, esauriti, che rispondono al nome di Bible of the Devil. Già a leggere il monicker, i proclami di “crociate musicali”, “missione elettrica”, “squadra di assalto metal” ed altre amene definizioni nel website, si alza più di un sopracciglio: questi quattro signori sembrano andare a braccetto con DeMaio e compagnia bella, quanto a spavalderia e sbruffoneria. Ma è accendendo lo stereo che l’affare si complica: i Bible of the Devil suonano sporco, grezzo, un mix incosciente tra Motorhead, i primissimi Maiden, i primissimi Judas Priest, insomma uno speed rock sporco, sporco, sporco che neanche col Dash. Aggiungici ancora, a mò di tocco finale, tutta una serie di riferimenti religiosi, ma riferiti alla musica, e la frittata è fatta. Qualcuno direbbe ridicoli, qualcun altro li esalterebbe per “l’operazione encomiabile di recupero di certe sonorità ed atmosfere ormai relegate all’oblio da una cultura musicale sempre più massificata e stereotipata”…. Io vi dico, amici ed amiche, che pezzi come “Sepulchre”, “Legions of the Orifiamme”, “The Elusive Miracle” sono cattivi e sporchi, con riff graffianti ma con una generale pochezza agli strumenti ed in fase compositiva che lascia un po’ interdetti. Accetto volentieri e con più di un sorriso la proposta baraccona e spaccona dei Bible of the Devil, ma di questo “The Diabolic Procession”, a parte l’operazione nostalgia, me ne faccio pochino.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?