Vengono dal Cile e propongono una bella miscela di heavy classico e power: ladies and gentlemen, ho l'onore di presentarvi i
Sinner's Blood, al loro debutto discografico con questo "
The Mirror Star", che esce per la nostrana
Frontiers.
La proposta dei cileni è in effetti accattivante e di sicura presa nel mercato discografico moderno, il tutto però a leggero discapito di una originalità che qui è latente, seppur sostituita da una bella produzione moderna (un po' troppo compressa e 'standardizzata', forse) e dalla bella performance dei nostri, capitanati dal singer
James Robledo, di chiara scuola Dio/Allen/Lande e compagnia palluta, sbandierato come il vero punto di forza di questa band ed oggettivamente in possesso di uno strumento notevole, se non fosse che troppo raramente lo rende versatile, preferendo adottare la strategia 'a tutta potenza' in ogni secondo di ogni brano; il risultato, in pezzi lenti come "
Forever", è piuttosto fuori posto e poco 'dentro al pezzo', risultando un po' forzato.
L'album si apre comunque alla grande con la cazzuta "
The Mirror", perfetto showcase delle abilità dei SB, per poi proseguire con una "
Phoenix Rise" un po' troppo moderna (nel senso negativo del termine), infarcita di tastierine e di inserti elettronici di cui francamente avremmo fatto a meno. Facendo la media, per fortuna, i brani ci sono, potenti e ben arrangiati (esempio perfetto: "
Kill or Die"), ed in effetti, sul power/melodic heavy, Robledo si muove perfettamente a suo agio, supportato da una band a cui, obiettivamente, c'è poco da rimproverare.
Considerato che trattasi di un debut, direi che possiamo ritenerci ben soddisfatti, e se il tempo regalerà qualche oncia di personalità e una direzione artistica più definita, i Sinner's Blood saranno un nome da tenere bene a mente. Promettenti.
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