Fin da quando li ho conosciuti con il loro singolo di esorido "Soulstench" ho seguito con interesse la carriera dei
Pulchra Morte, band statunitense che vanta in formazione musicisti con alle spalle anni di esperienza in gruppi come Wolvhammer, Brutality, Abigail Williams e Nachtmystium. Dopo le buone impressioni date dal singolo, la conferma della bontà del gruppo con l'esordio "Divina Autem Et Aniles" cosa aspettarci quindi dal secondo parto discografico della band? Partiamo con il dire che a livello di coordinate musicale i Pulchra Morte non hanno apportato drastici cambi di direzione e si sono mantenuti fedeli a quanto proposto finora, ovvero un doom/death metal malinconico e melodico, saldamente ancorato alla tradizione inglese dei primi anni Novanta e a gruppi come
Anathema e
Paradise Lost. Tuttavia da dato merito ai Pulchra Morte di non ricalcare pedissequamente le orme dei propri padri putativi, ma di cercare una via espressiva il più personale possibile senza reinventare la ruota. "Ex Rosa Ceremonia" vive del pressocchè perfetto connubio di parti più strettamente death metal ed aperture melodiche a tinte decadenti, ottimamente rese dall'attento lavoro delle due chitarre che tra armonizzazioni, arpeggi, assoli dal gusto ricercato riescono a dare un tocco cupo e melodrammatico alle canzoni che compongono il disco: su tutte spiccano di certo "The Archer & The Noose", "To Suffer (The Way You Do)" con il suo break centrale che promette di far cadere diverse teste, l'iniziale "The Serpents Choir", "In The Mourning Light" o la doomy e cadenzata "Knife Of The Will", ma in generale tutto il disco mette in luce un songwriting equilibrato e maturo, che riesce ad esprimersi al meglio anche per merito di una produzione potente e pulita in grado di valorizzare al massimo ogni strumento. Tutto in questo disco viene asservito ai pezzi e la furia del death metal è sempre stemperata da una componente melodica che riesce a portare i pezzi ad un livello superiore, grazie anche a una prova davvero convincente di Adam Clemans dietro al microfono che sfodera un growl dannatamente efficace, altra arma in più nell'arsenale dei Pulchra Morte.
Per quanto "Ex Rosa Ceremonia" sia un lavoro che non ambisce a diventare nuova pietra angolare del movimento doom/death metal, è innegabile come ascolto dopo ascolto si riveli un disco godibilissimo e pieno di idee vincenti, riprova che i Pulchra Morte sono una certezza in ambito discografico. Vedremo come si comporteranno con il fatidico terzo full-length, per intanto godiamoci questo nuovo album senza troppe pippe mentali.
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