Secondo album, a sette anni dall'omonimo debutto, per gli svedesi
Serpent Omega, band che vede oggi alla batteria un professionista di lungo corso come
Peter Stjärnvind (ex Murder Squad, Krux, Entombed, Unanimate, Merciless, Regurgitate, Candlemass (live), ecc.) insieme al trio dei fondatori composto da
Urskogr (vocals),
Tomas (bass) e
Andreas "Jonsson" Westholm (guitar). In realtà
Urskogr è il nome d'arte della brillante cantante
Pia Kristina Stjärnvind, moglie del veterano drummer.
La band propone un torvo, aspro ed oscuro sludge/black-doom dalla struttura molto heavy. Grande drammaticità e potenza sono le caratteristiche primarie dei sette brani in scaletta, che personalmente mi hanno ricordato una sorta di vecchi Candlemass in versione "black metal" alla Emperor. Ci sono infatti evidenti riferimenti alle atmosfere gelide, disperate e sinistre di certo metal scandinavo, applicati ad una scrittura a tratti molto sabbathiana. Protagonista la voce caleidoscopica di
Pia, capace di passare scioltamente da un timbro simil-growl urticante ad urla punkeggianti fino ad arrivare a parti "clean" eleganti e stregonesche. La cupa e feroce "
Land of darkness" può sintetizzare bene quanto detto finora: un grezzo macigno black-doom che prende respiro grazie ai passaggi puliti ed evocativi concessi dalla vocalist. Canzone che trasuda rabbia e sconforto, brutalità ed attitudine ossianica. Davvero convincente.
Simili nell'impatto feroce e nichilista pezzi come la tambureggiante ed iperborea "
Orog nuur", la furibonda "
Through the gates" dal taglio crust-punk, o la monolitica "
Chthonic" che con la sua pesantezza implacabile pare davvero una discesa negli abissi di orrori indicibili.
Il lato più doomy della formazione svedese si esprime invece nel lungo ed oscuro percorso di "
Rivers of reversed", brano che alterna bordate heavy serrate a momenti di alta tensione misterica, mentre "
At the mountain edge" vanta una complessità che ingloba anche passaggi stoner-doom sovrastati dallo stentoreo e sfibrante canto di
Urskogr.
Riff granitici, atmosfere black metal, pesantezza grezza e cimiteriale, vocals dilanianti come lame affilate, i
Serpent Omega costruiscono un album di grande ferocia metallica e trasversale ai generi. Sicuramente un merito, anche se adatto soltanto ai palati più forti.
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