La scena Metal - anche e soprattutto quella underground - è una vera miniera di band interessanti, talvolta già pronte al grande salto e in altri casi ancora un po' acerbe.
Quest'ultimo è proprio il caso dei
Diamond Chazer, un diamante grezzo che deve ancora passare per le mani del tagliatore in modo che gli possa dare forma e così provare a splendere con tutto il suo fuoco, brillantezza e scintillio.
Infatti, questa formazione colombiana si è formata solo tre anni fa ed è appena giunta al suo primo album: "
Chasing Diamonds", che grazie al supporto della
Fighter Records, recupera tutto quanto inciso in precedenza, con l'aggiunta di un paio di brani finora inediti e di una cover.
Un album che, quindi, guarda più al passato del gruppo che al suo presente e futuro, offrendo nuova visibilità ai pezzi dell'EP "Chained in Tokyo" del 2108 e a quelli del singolo "Diamond Chazer/Poltergeist" uscito l'anno seguente. Inoltre, nella scelta della cover da inserire nella tracklist vanno ancora più indietro nel tempo, fino al 1984 e optano - con mio enorme piacere e soddisfazione - per un brano dei Gotham City.
Ma andiamo con ordine, e spetta a "
Zero to Hero" il compito di aprire le danze: un Heavy Metal dall'approccio, sound e produzione assolutamente ottantiano, e anche nel look e pose adottate dai musicisti colombiani, tornano in mente formazioni come Chateaux, Nightmare, Satan Jokers, Blade Runner, Crossfire, oltre ai Tokyo Blade e ai Samurai che vengono richiamati anche a livello grafico. Il cantante
Stiven Giraldo in alcuni frangenti tende a sbandare, ma il vocalist colombiano appare più centrato già dalla seguente "
The Whip", altro brano semplice e lineare, ben scandito e dove fa capolino anche una tastiera, suonata dallo stesso
Giraldo.
Tocca, quindi, alla loro versione di "
Swords & Chains" che, pur a distanza di anni, suona ancora più spartana dell'originale (da "The Unknown", del 1984) e con risultati tutto sommato apprezzabili. Nella scaletta trovano poi posto i cinque pezzi del già citato EP, con le speedy "
Breakin' the Chains" e "
Stranger Things" che si elevano dalla media. Ma il meglio lo tengono per uno scoppiettante finale, con quelle che dovrebbero essere le canzoni più recenti: l'autocelebrativa "
Diamond Chazer" e infine l'oscura e inquietante "
Poltergeist".
Se apprezzate il suono retrò, magari un po' deficitario e scricchiolante dei vecchi vinili di etichette come Neat, Ebony, Mausoleum o Devil's Records, potreste dare una chance ai
Diamond Chazer, che se la meritano tutta, eppoi ho la sensazione che questi ragazzi abbiano un certo potenziale.
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