Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:42 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. A GRAND SCENE FOR A COLOR FILM
  2. BLUEPRINTS FOR FUTURE HOMES
  3. A SMALL SPARK VS. A GREAT FOREST
  4. A TEMPERAMENTAL WIDOWER
  5. THE END OF ALL THINGS WILL BE TELEVISED
  6. SONGS SOUND MUCH SADDER
  7. THE LONGEST STATEMENT
  8. AMNESTY PLEASE
  9. LIKE SWIMMING CIRCLES
  10. CEMETARY LIKE A STAGE
  11. NO PASSENGER, NO PARASITE

Line up

  • Cory Brandan: vocals
  • Scottie Henry: guitars
  • Chris Day: guitars
  • Jake Schultz: bass
  • Daniel Davison: drums

Voto medio utenti

Terzo disco per i Norma Jean, band cristiana di Atlanta, sorta dalle ceneri di un’altra band, i Luti-Kriss, con i quali avevano pubblicato un paio di releases.
Il nuovo “Redeemer” è un disco che convince appieno, con la sua carica di metalcore non banale né monolitico, anzi ricco di sfumature, che vanno da partiture math-core (ad esempio “The Longest Statement”) a sprazzi decisamente noisy, dove però è sempre l’intensità a farla da padrone.
Prodotto da Ross Robinson (e si sente), il disco suona potentissimo, un vero e proprio calcio nei denti, il quale pur riproponendo gli stilemi del genere non disdegna di mostrare sprazzi di autentica personalità.
Se si potesse condensare l’essenza dei Norma Jean in una coppia di canzoni, non si potrebbe fare a meno di indicare l’accoppiata “A Temperamental Widower”/“The End Of All Things Will Be Televised”. La prima più breve offre il lato più veloce e dinamico della band, mentre la seconda più lenta, pesante e cadenzata offre il lato più introspettivo e doloroso dei Norma Jean. In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad un grande pezzo.
Il disco forse è solo un po’ prolisso, il che è controproducente, perché non lesinando mai la band in intensità e spessore sonoro, quel paio di pezzi riempitivi risultano molesti.
Il disco va a chiudere con un’altra accoppiata notevole, “Cemetery Like A Stage”, pezzo dai risvolti melanconici, e “No Passenger, No Parasite”, un pezzo un po’ atipico rispetto agli altri, con molta atmosfera, tanto pathos, in un crescendo progressivo ed emozionante.
In definitiva un disco molto buono, che prende le distanze da certo metalcore dozzinale, puntando sull’intensità e la personalità.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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