Pensavate di essere a posto per quest'anno, eh? Credevate di poter stare tranquilli, in pantofole, a godervi gli ultimi scampoli di questo 2020 riccamente infarcito di notevoli uscite discografiche, eh?
E invece no!
Andate ad ingrassare la pelle dei vostri calzari, ad oliare la vostra cotta di maglia e, già che ci siete, scrivete una lettera ai vostri cari: bisogna partire, ancora una volta, per un ultimo sforzo. Il viaggio è lungo 46 minuti, pericoloso, avventuroso e non è dato sapere se un ritorno incolume verrà garantito; certamente l'esperienza sarà da ricordare.
Aedris è il protagonista di questa storia e voi, grazie al racconto dei canadesi
Possessed Steel, potrete vivere le sue gesta a stretto contatto con lui. Egli è un guardiano, scelto per impugnare una spada magica modellata dal corno di un unicorno nero e forgiata nel suo sangue. Con questa spada
Aedris dovrà uccidere tre fratelli, degli esseri ultraterreni, dei semidio, che hanno creato il mondo ed ora vorrebbero distruggerlo. L'impresa è tutt'altro che semplice, il cammino impervio ma con la musica creata dai quattro ragazzi di Toronto tutto sarà possibile.
Il concept ideato in questo album riesce a legare alla perfezione i testi, le atmosfere, la musica ed un ventaglio di sensazioni in un unicum davvero vario e convincente. Si tratta di un metal tradizionale, mitologico, melodico ma che presenta anche qualche accenno doomy, poderose cavalcate, momenti acustici e parti rabbiose. Le influenze dei
Possessed Steel sono da andare a ricercare in
Omen,
Maiden,
Slough Feg e nei maestri
Cirith Ungol. È difficile descrivere a parole questo disco perché, come detto, si tratta proprio di un viaggio in musica ma non abbiate paura, si affronta con grande piacere e senza sforzo. Non è nulla di celebrale e tutti i brani hanno la forma-canzone, non ci sono complicate partiture prog o moderni chitarroni, ci si immerge invece in un'atmosfera classica "sospesa". Anche il cantato segue perfettamente il concept facendosi talvolta aspro e rabbioso (vedi le harsh vocals su "
Frost Lich", ad esempio) interpretando al meglio le vicende narrate. Non abbiate paura, non è un polpettone fantasy-sinfonico come ne abbiamo visti fin troppi, tutt'altro. A differenza di un altro disco epico e grandioso uscito in questo periodo (leggi
Ravening Iron,
Eternal Champion) dove all'ascolto la sensazione è quella di una banda di guerrieri che ti travolge e che combatte con vigorosa forza per l'onore, su
Aedris appare invece la malinconia del guerriero, il destino da seguire, l'avventura da affrontare. Entrambi sono dischi classici, epici ma che affrontano il genere in modo un pochino differente.
Staccandomi un attimo dal trasporto che questo album riesce a creare e dovendo buttare due fredde righe, vi assicuro che i
Possessed Steel hanno fatto un ottimo lavoro, molto definito, grazie ad un brillante songwriting sorretto da buone capacità strumentali e dalla scelta di suoni classici ma non fintamente vintage. Trattandosi di un debutto è doppiamente sorprendente, a maggior ragione sapendo che la band si è formata nel 2010, sciolta nel 2014 e ricomposta nel 2015 per arrivare a noi, oggi, con questa prima opera sulla lunga distanza. Dovendo fare il mio lavoro di rompiballe fino in fondo ammetto che la seconda parte del lavoro non l'ho trovata tanto convincente quanto la prima metà, l'ho sentita meno incisiva ed ispirata, cosí come ho avuto la sensazione che a volte -raramente- le vicende narrate "obbligassero", "forzassero" certi passaggi musicali e questi non risultassero del tutto ispirati. Si tratta tuttavia di inezie che non vanno certo ad intaccare la bellezza di questo album che presenta più parti di eccellenza assoluta.
Il cavallo è stato sellato, la bisaccia è colma di viveri, il sentiero è davanti a noi. Si parte.