Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:51 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. RUNNING WILD
  2. MISSING IN ACTION
  3. LACK OF POWER
  4. METALLIC ALPS
  5. REVEAL THE LIES
  6. MONSTERS
  7. STEALTHY WORLD
  8. IDOLS TO DIE
  9. 69
  10. FUN FOR THE NUN
  11. METALLIZE
  12. CRASH, BANG, WALLOP
  13. WALL OF SOUND

Line up

  • Stefan Fleischer: bass
  • Stefan Arnold: drums
  • Andreas Lorz: guitars
  • Mick Wega: vocals

Voto medio utenti

Com'è buffo il mondo Metal.
"Alps On Fire" è praticamente l'album di debutto di un gruppo nato nel 1985 che nello stesso anno incise un lp "Metallic Alps" - con la stessa lineup di oggi! - ma che immediatamente dopo si sciolse
Gli stessi brani del 1985 ( più qualche inedito tra cui "Crash, Bang,Wallop" dei Raven con la partecipazione di mr John Gallagher stesso) li troviamo sul nuovo lavoro che quindi è la testimonianza di una true heavy metal band che nel 2020 suona come fossimo negli '80, stessa attitudine, stesso spirito old school!
Chapeau
E per chi non lo sapesse il batterista fondatore è Stefan Arnold che ha lasciato i Grave Digger nel 2018 dopo 23 anni di onorato servizio e ha deciso resuscitare la sua creatura.
Ma com'è la musica? Beh, le vocals di Mikk Wega sono quelle di un Vince Neil in forma, i riff ricordano appunto i Motley Crue più heavy ( periodo Too Fast For Love e Shout At The Devil ) e i Judas Priest sopratutto nei solos e nell'attacco dei pezzi, con apprezzabili spunti tecnici in alcune parti - si senta ad esempio il solo quasi neoclassico in "Lack Of Power" - e in generale sono l'impatto è la velocità i tratti dominanti del sound della band teutonica ( "Monsters" , "Stealthy World", "Idols Die Too" che rimanda ai primi Maiden.)
Il suono non è artefatto, il mood è quello giusto e il disco suona incredibilmente fresco ed attuale grazie anche alla produzione vintage ma moderna allo stesso tempo.
I Nostri si vede che masticano bene la materia, il suono è essenziale, scarno, diretto con le canzoni che partono quasi sempre da un riff iniziale carico come una molla che esplode in cavalcate, a volte, e in attacchi frontali in altre.
Un bel discone di metal cazzuto, senza fronzoli, che magari non brilla in originalità ma che colpisce nel segno.

Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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