Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:54 min.

Tracklist

  1. FALSE AWAKENING
  2. EGO DRIES UP THE OCEAN
  3. THOSE FLAMES ARE DANCING WILD
  4. PARASITES
  5. THE GREAT VOID
  6. WIRED CROWN
  7. UNFAIR LABOR
  8. HOME
  9. BEYOND SIGHT
  10. UNEVEN LOOPS
  11. WE'RE LOST, BUT IT'S OK

Line up

  • Manthos Stergiou: vocals, guitar
  • Giannis Golfis: guitar
  • Stelios Tragos: bass
  • Alexis Stavropoulos: drums

Voto medio utenti

La copertina di un disco può dire già molto sul suo contenuto. Esistono richiami sottintesi, simbologie, analogie, che spingono l'osservatore attento a prepararsi ad un certo specifico tipo di proposta musicale. Quando ho visto la splendida illustrazione dell'album dei Calyces (opera di Maria Stergiou, sorella del chitarrista e fondatore del gruppo) con le sue figure armoniche, i colori accesi, l'inquietante donna col viso sostituito da fiori sgargianti e la scenografia naturalistica ma al tempo stesso sottilmente sinistra, ho subito pensato a qualcosa nella direzione dei Baroness, dei Black Tusk, dei Mastodon, degli Elder. E fin dal primo brano di questo "Impulse to soar" ho avuto la conferma che è esattamente così.
Il gruppo di Atene si è formato da poco ed è al debutto, ma i suoi componenti sono veterani della scena underground ellenica: Manthos Stergiou è stato protagonista per un decennio con la cult-prog-band Tardive Dyskinesia (quattro album pubblicati), mentre l'altro chitarrista Giannis Golfis e la sezione ritmica composta da Stelios Tragos (basso) e Alexis Stavropoulos (batteria) hanno militato a lungo in buone compagini locali come Insect Radio e Revenge of the Giant Face.
Le molteplici influenze maturate dal quartetto confluiscono in un sound complesso, variegato, profondo e maturo. La struttura fondante è heavy-progressiva, con i suoi costanti cambi di tempo ed atmosfera, con la sua eleganza sinuosa e le ricercate articolazioni strumentali, ma troviamo anche l'imponenza del torvo groove Mastodon-iano e la brillante immediatezza melodica dei Baroness. Il "wall-of-sound" è notevole fin dall'iniziale "False awakening", con le sue chitarre dissonanti ed il fluido crescendo ritmico post-metal, però gli agganci con le band citate (ed aggiungiamoci sicuramente Intronaut, Gojira e Tool) risultano fin troppo evidenti. Approccio vocale, sospensioni meditative, inserimento di strumenti alternativi, tensione dark-heavy mischiata a melodie immediate ed accessibili, esplosioni metalliche virulente, fanno ormai parte della consuetudine di questo filone. Un pezzo come "Ego dries up the ocean", pur nella sua indubitabile validità compositiva ed esecutiva, si porta dietro una sensazione derivativa che non può sfuggire all'orecchio avvezzo a tale genere.
Però non si può negare agli ateniesi dei picchi di creatività, come una "Parasites" sospesa tra aggressività incalzante, atmosfere prog e riflessività post-metal, oppure la lunga e drammatica "Unfair labor" con la sua brillante altalena di rarefazioni e potenza heavy, dove tra gli schemi strumentali complessi spunta anche un sax floydiano ad opera di Jorgen Munkeby degli Shining. Un brano vario e stimolante, con soluzioni sonore di ottimo livello.
In sostanza abbiamo un lavoro formalmente buono, un prog-groove-metal di buona fattura, con momenti interessanti sia a livello tecnico che melodico ed atmosferico. Però piuttosto derivativo, perchè riprende le influenze delle bands citate in maniera abbastanza calligrafica. Il potenziale dei Calyces è chiaro, manca ancora una ventata di maggiore originalità.

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