Dei
Töxik Death di certo non possiamo dire che si siano scapicollati nel corso della loro carriera. I nostri hanno avuto, infatti, tempi molto dilatati: si sono formati nel 2003 a Sandness, Norvegia, e solo nel 2014 hanno pubblicato il primo full length. Non contenti, hanno fatto passare altri sei anni prima di dare alla luce il suo successore, questo “
Sepulchral demons”, pubblicato dalla sempre molto attiva
High Roller Records.
Prima di andare avanti nella recensione, voglio mettere subito in chiaro due cose: il disco in questione supera di poco la sufficienza, 6.5, non perché sia un brutto album, ma perché è fortemente derivativo e destinato soltanto ai thrash maniacs più oltranzisti. La seconda, l’avrete già capito, è che se cercate innovazione o particolari soluzioni armoniche, è inutile che perdiate anche solo cinque minuti nell’ascoltare il disco, perché non ne troverete traccia.
Slayer, vecchi Sepultura e Sodom, vi basti conoscere questi tre nomi per farvi fin da subito un’idea chiara della proposta dei
Töxik Death, dediti al 100% all’old school thrash metal, di quello senza compromessi, di quello arcigno e maligno, oscuro e maledetto, come piace tanto a noi. Ed effettivamente l’album mi è piaciuto abbastanza, non tanto, però, da meritarsi un posto al sole. Già, perché alla lunga i riff già sentiti che sbucano fuori sono davvero troppi, e questa cosa rovina il giudizio finale, in quanto è evidente la dedizione alla causa del quintetto norvegese, però se da un lato non mi importa di cercare innovazione in un album di questo tipo, dall’altra gradirei almeno che non ci fossero troppi riff rubati a destra e a manca.
Per cui, senza girarci troppo intorno, “
Sepulchral demons” è un album che si fa ascoltare, vi fa scapocciare per mezz’ora, e ha anche qualche spunto interessante, ma non abbastanza da non farvi tirar fuori i classici del genere ed ascoltare gli originali invece che una copia, per quanto ben fatta. Come già detto, solo per thrasher maniaci ancorati gli anni ’80, tutti gli altri possono tranquillamente guardare altrove…
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