Un disco di quattordici pezzi che dura ventisei minuti, mi fa venire in mente il grind o qualche variante del punk. Sovente mi sbaglio, perché all’ascolto si rivela tutt’altra faccenda. Non nel caso dei The Manges, formazione italiana che sembra la fotocopia dei Ramones con vent’anni di meno.
Che dire, il quartetto ligure interpreta la parte con grande impegno. Possiede il tiro adatto, rozzo e ripetitivo, conosce a fondo la materia e si applica con grinta indolente ed energia anfetaminica. L’album consiste in una raffica di brani ridotti all’osso, come ha insegnato la storica band americana, che si differenziano solo per impercettibili sfumature e svaniscono in pochi istanti.
Ma in tutta onestà è difficile non pensare ai The Manges come ad una onesta cover band da serate in birreria.
Aggiungiamo che il gruppo nostrano offre comunque un prodotto molto professionale, ben realizzato sotto tutti gli aspetti. Un dischetto che può anche essere visto come il sentito omaggio ad un periodo musicale che ha vissuto il suo momento di gloria molto tempo fa. Operazione a suo modo divertente, ma che troverà seguito solo tra la sparuta minoranza di inguaribili nostalgici.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?