Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:42 min.
Etichetta:Time to Kill Records

Tracklist

  1. MY GOLDEN AGE
  2. THE PRINCE IS HERE
  3. BLOCK AND A BLOODY KNIFE
  4. 49TH, OR THE LAW OF DESPERATION
  5. ISHNIGARRAB, OR THE AWFUL OFFSPRING OF THE GOAT
  6. COVERED IN DEBRIS
  7. DOOM OF BABYLONIA

Line up

  • Edoardo Velli: drums
  • Andrea: guitars
  • Manuel: guitars, vocals
  • William: bass

Voto medio utenti

Sono passati ben undici anni da quando le strade dei Crawling Chaos si sono incrociate ai tempi del demo ep "Goatsuckers" che invero non fu molto ben accolto sulle allora pagine di EUTK.net.
Successivamente fu l'irsuto Frank a constatarne gli indubbi miglioramenti compiuti con il primo full "Repellent Gastronomy", poi per lunghi sette anni è calato il silenzio.

Almeno fino ad oggi, anno in cui i quattro riminesi vengono ripescati dalla sempre attenta Time to Kill Records per dare vita ad un altro capitolo della storia dei Crawling Chaos con il nuovo "XLIX", che in realtà mantiene tre quarti della lineup passata, con il solo inserimento di William Leardini al basso fretless.

Mentre mi accingevo al primo ascolto di "XLIX" leggere quel "fretless" messo lì in bella mostra nelle note promozionali mi ha un po' allertato, temendo di dovermi scontrare con una delle tantissime formazioni death metal senza dubbio incredibili a livello di tecnica ma con il cuore sotto i piedi, tutte intente a costruire le performance più astruse e complicate da suonare e perdendo di vista la forma "canzone", dato che di musica stiamo parlando e non di clinic.

Per fortuna in maniera intelligente i Crawling Chaos fanno parte di quella schiera di gruppi (ma io direi persone) intelligenti che sanno sì suonare ed anche molto bene ma la loro abilità la mettono a disposizione del genere che vogliono proporre, in questo modo aumentandone il valore e suonando contestualmente col cuore e col cervello.

Death metal sì, ma non una mera riproposizione degli stilemi old school. Già nel disco precedente il nostro Frank parlava di "una bella porzione di Testament e Lamb of God che viene condita con abbondanti dosi di Death e una spolverata di Behemoth", tanto per giocare col titolo "Repellent Gastronomy".
Personalmente mi sento di concordare, sebbene cambiando qualche "Ingrediente" al posto di Behemoth e Testament, inserendovi i tagli più moderni dei bei Morbid Angel di una volta (epoca Domination) e Gorguts, in cui si avverte sempre un buon bilanciamento tra ferocia e melodia, tra impatto e coinvolgimento, tra gli efficacissimi riff e tra gli assoli più melodici e memorizzabili, il tutto esaltato da una prova collettiva di tutto rispetto e dal growl letteralmente perfetto di Manuel Guerrieri, peraltro impegnato anche alla sei corde.

Completa il quadro nettamente positivo la produzione affidata a Simone Mularoni, che assicura un grande bilanciamento tra gli strumenti e l'assenza di un impasto pressochè indistinguibile come ancora spesso accade nel 2020, e la volontà da parte della band di realizzare un concept album basato su "Il Principe" di Niccolò Machiavelli, formando un'opera unica e completa, alla faccia della filosofia mangiaebevi o se volete usa e getta che ci viene costantemente suggerita dalle piattaforme di streaming, Spotify in testa.

Qualche brano un po' sottotono come ad esempio "49th, or the Law of Desperation" precludono ad un giudizio ancora superiore ma lasciate stare il voto prettamente numerico, premete play qui sotto e premiate una band che sa ancora comunicare, ritenendo la musica un'Arte.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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