Non è facile, con le sole parole, riuscire a descrivere il fascino che, da sempre, lo "space" black metal esercita su di me.
Sicuramente è una semplice questione di sensazioni (per quanto queste possano davvero definirsi semplici) che il genere è capace di suscitare in me molto più di altri lidi musicali, sensazioni che altro non sono, a ben guardare, che pure emozioni.
Emozioni che
"Desontstijging", esordio per il progetto
Druon Antigon, ha scatenato, vivissime, nel mio animo attraverso un suono cosmico, violento, gelido come solo il vuoto interstellare, e, come sempre, affascinante in ogni singola spira del suo vorticoso incedere.
Druon Antigon prende il black metal, alza lo sguardo verso l'universo, lambisce le sponde del doom, inserisce nella miscela una deviante componente elettronica, che è la vera anima del lavoro, e compone quattro pezzi sorprendenti, lontani dall'essere anche solo vagamente umani, misantropici nel loro rifiuto di una qualunque componente terrestre, in piena scuola Darkspace (e qui faccio ai
Druon Antigon un complimento enorme), brani capaci di prendere l'ascoltatore e farlo viaggiare lontanissimo fino ai remoti confini dello spazio dove buio e luce non sono differenti e dove tutto finisce, oppure dove tutto inizia.
"Desontstijging" è un album senza un corpo "fisico" ma con una enorme energia che si diffonde tra blast beats feroci, vocals che provengono direttamente da lune dimenticate, riffing lacerante, tempi scanditi da un cervello cibernetico, e, come già detto, spiazzanti divagazioni nei meandri della pura elettronica che, mai come in questo caso, viene messa al servizio del risultato finale integrandosi magistralmente con la componente più "classica" del metallo nero.
Un risultato finale che lascia attoniti e soli di fronte all'immensità di tutto quello che circonda noi miseri uomini.
Questi, lo dico con convinzione, sono gli album che più amo, perché, unici, sono in grado, davvero, di farmi dimenticare la realtà e rifugiarmi in una dimensione profonda e personale che mi porta ad essere in contatto con ciò che non può essere visto con gli occhi.
Spero, fortemente, che anche per voi possa essere lo stesso.
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