Per il loro album d'esordio, i doomster inglesi Tefra (dallo Yorkshire) calano in Italia, sotto le ali protettrici della Northwind Records, e ne approfittano anche per passare dai New Sin Studio a dare gli ultimi ritocchi al disco, e questo si sente benissimo.
Già dalle prime note di "The Last Dance" è ben evidente come i Tefra siano pesantemente influenzati dai Black Sabbath (ed eccoli lesti a fare capolino su "Ask Whoever"), come pure da Pentagram, Solstice, Candlemass o Solitude Aeturnus.
I Tefra mettono in piedi un wall of sound massiccio e sulfureo, in larga parte dovuto al basso pulsante di Gavin Parkinson, anche se da parte sua il chitarrista Darren Parkinson non si lascia certo prevaricare, sempre ben presente ed anche in grado di ritagliarsi interessanti spazi solisti, come nel caso di "Tears of the Fallen" e "Last Dance".
L'unico, piccolo, appunto può essere mosso alla prova del cantante, di origini elleniche, Christos Tsostos, dato che in alcuni frangenti manca un po' di quella profondità e di quel pathos che avrebbero davvero fatto la differenza, e ad esempio ne avrebbe guadagnato "7/10ths to Madness". Ad ogni modo Christos se la cava complessivamente più che bene, come dimostra su "Efialtes", "Relic of Time" o nella parte iniziale della pachidermica "Unstable Fairytale", una delle migliori composizioni del disco, affrontata con classe.
I Tefra riescono quindi a piazzare un bel lavoro in un genere che fortunatamente non è ancora inflazionato, sebbene in circolazione ci siano diverse formazioni, giovani ed interessanti.
E questi inglesi sono già in grado di dire la loro!
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