Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:43 min.
Etichetta:Astromaster Productions

Tracklist

  1. NAGUAL

Line up

  • Stanley Franco: all instruments, vocals
  • Ana Lucestis: guest female vocals

Voto medio utenti

Progetto molto particolare, dietro al quale c’è soltanto il polistrumentista Stanley Franco che ha realizzato ogni dettaglio dell’opera. Si tratta di un solo brano, della durata di oltre quaranta minuti, che potremmo definire doom/drone sperimentale.
Il disco viene interamente dedicato ad una vicenda realmente accaduta: durante la 2° Guerra Mondiale, una presunta strega ed incantatrice romena venne arsa viva nel terribile lager di Bogdanowka. Esistono però leggende locali che tramandano la credenza che lei esista ancora sotto forma di spirito, in attesa della propria vendetta.
Il crudele episodio ha ispirato un lavoro nel quale le sonorità contemporanee si intrecciano con antichi canti zingareschi pervasi di malinconia. Queste parti etnico-popolari sono affidate alla voce di Ana Lucestis, cantante folk gradita ospite. Invece i lunghi spazi strumentali sono un vorticare caleidoscopico di ipnotismi e rumorismi drone, ambient, noise, con qualche puntata verso atmosfere space rock dominate da un senso di gelida ostilità.
Ci si immerge in una angosciante confusione, un magma sonoro ribollente di scampoli musicali, distorsioni lancinanti, voci demoniache e cantilene tzigane, che diventa sempre più opprimente e disturbante mentre la tragedia avanza verso il suo apparente finale.
Questo “Nagaul” è più un’esperienza sensoriale che una reale opera musicale; una sollecitazione emotiva resa volutamente sfibrante da estese cacofonie che paiono provenire da abissi di oscurità ed odio razziale.
Inevitabile collocare I The Witch nel novero degli estremisti elektro-narcotici, come Sunn O))), Boris, Bong, Teeth of Lions Rule the Divine, primi Earth e così via.
Davvero difficile giudicare dischi di questo tipo. A livello di accessibilità musicale “normale” sono ai limiti dell’inascoltabile. Ma siccome, per loro stessa natura, si tratta di proposte sperimentali, alternative ed estreme, dovrebbe essere giusto parlare di coinvolgimento “ambientale”.
In ogni caso, si tratta di lavori riservati a pochissimi adepti.

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