Winterage - The Inheritance Of Beauty

Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2021
Durata:61 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. OUVERTURE
  2. THE INHERITANCE OF BEAUTY
  3. THE WISDOM OF US
  4. OF HEROES AND WONDERS
  5. THE MUTINEERS
  6. ORPHEUS AND EURYDICE
  7. CHAIN OF HEAVEN
  8. LA MORTE DI VENERE
  9. OBLIVION DAY
  10. THE AMAZING TOYMAKER

Line up

  • Gabriele Boschi: violin
  • Daniele Barbarossa: vocals
  • Luca Ghiglione: drums
  • Matteo Serlenga: bass
  • Gianmarco Bambini: guitars

Voto medio utenti

Secondo full length per i nostrani Winterage, e (per fortuna) l'equazione non cambia: "The Inheritance of Beauty" infatti ripete la formula del debut album, proponendoci un disco che definire magniloquente è riduttivo, tra power metal sinfonico, 50 elementi di orchestra, un violino in line-up stabile, suggestioni folk, operistiche e tradizionali, tanto da trasformare il platter in un'impresa sonora!

A guardar bene, la cosa potrebbe essere croce o delizia: il punto di vista dell'ascoltatore, in questo, è fondamentale, poiché TIOB non è sicuramente facile da digerire, pieno com'è di strati e strati compositivi ed esecutivi, che lo rendono complicato, grosso, quasi ingestibile per il suo aggiungere, aggiungere, aggiungere, senza risparmiarsi un secondo.

Si parte con la più classica delle "Ouverture", e sono già 4 minuti densi di musica e idee che ci porteranno alla title track, 6 minuti di symphonic power estremamente orchestrale, anche dal punto di vista vocale. La squadra che affianca i Winterage in questo sforzo compositivo/esecutivo è di tutto rispetto, da Roberto Tiranti a Vito Lo Re, da Tommy Talamanca ad una pletora di cantanti lirici, e se fosse per lo sforzo e le intenzioni, questo album prenderebbe 11! MA, valutato con le orecchie di un ascoltatore/amante del metallo sinfonico, ci tocca riconoscere la difficoltà di fruizione e la prolissità di certe parti dell'album, che tendono a smarrire il filo portante per trasformarsi in esercizi compositivi/stilistici apprezzabili ma poco condivisibili.

In questo album troverete di tutto, dal power 'violinistico' di "The Wisdom of Us" al più classico symphonic power di "Of Heroes and Wonders", dal folk piratesco di "The Mutineers" al brano lirico "La Morte di Venere", e molto altro, come la enorme e magniloquente "The Amazing Toymaker", che necessiterebbe da sola di un'oretta di ascolto e dissezione... I testi oscillano tra l'inglese e l'italiano, con qualche momento in latino, ed accrescono ancora la sensazione di un album ENORME per sforzo creativo, compositivo, esecutivo, finanziario. Al netto di tutto, il risultato è sicuramente sorprendente, ma per onestà intellettuale ci tocca segnalarvi che "The Inheritance of Beauty" necessiterà di tempo per essere apprezzato appieno, vista la inevitabile complessità delle strutture, che potrebbe farvi perdere la strada più d'una volta... E non è detto che sia un male...

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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