Marduk - World Funeral: Jaws of Hell MMIII

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:64 min.
Etichetta:Regain Records

Tracklist

  1. JESUS CHRIST... SODOMIZED
  2. HEARSE
  3. SLAY THE NAZARENE
  4. WOLVES
  5. AZRAEL
  6. ON DARKENED WINGS
  7. WORLD FUNERAL
  8. OBEDIENCE
  9. BLEACHED BONES
  10. BAPTISM BY FIRE
  11. MATERIALIZED IN STONE
  12. CHRISTRAPING BLACK METAL
  13. THE BLACK
  14. WITH SATAN AND VICTORIOUS WEAPONS
  15. STILL FUCKING DEAD
  16. FISTFUCKING GOD'S PLANET

Line up

  • Morgan: guitars
  • B, War: bass
  • Legion: vocals
  • Emil Dragutinović: drums

Voto medio utenti

In questo periodo fosco, veramente fosco, dove l’atmosfera è innaturale e ferma, il fermento musicale sembra in stasi.
Non ci sono festival, concerti, eventi o al massimo esibizioni in streaming, ma ci sono band che non vogliono restare ferme o perlomeno vogliono offrire qualcosa di diverso.
Cosa t’inventa il diabolico Morgan, leader indiscusso dei demoni del black metal Marduk?
Tira fuori dagli archivi della band un live inedito registrato durante il festival tedesco Party San nel 2003, all’epoca i nostri avevano da poco pubblicato il bel disco “World Funeral”.
Chi conosce dal vivo la compagine svedese sa cosa deve aspettarsi, un muro di puro black metal furente che non si ferma; gli svedesi che già in studio non vanno tanto per il sottile, dal vivo sono una vera macchina da guerra compatta e anche in questo caso non fanno eccezioni alla regola.
Oltre ai brani dell’ultimo disco come “Bleached bones” la ferocissima “Hearse”, la titletrack e soprattutto uno dei brani superbi dell’album ovvero “With satan and victorious weapons” i nostri pescano a piene mani dalla loro discografia.
Qui abbiamo difatti pezzi di culto come “Slay the nazarene” o “Wolves” dal sempiterno “Those Of The Unlight”; la produzione è volutamente sporca ma potente e il pubblico è partecipe anche se dietro all’ensemble scandinavo.
Il singer Legion come sempre si dimostra un frontman di razza e i riffing maligni di Morgan vengono doppiati, e si sente abbastanza, dal basso del fido B. War.
La batteria l’avrei gradita forse un filino prodotta meglio ma è ben udibile, si sente che la band è carica a mille e vuole offrire un’esibizione adeguata agli standard in uso; il frontman cerca in ogni modo di aizzare il pubblico del festival e di farli scatenare nel pit sottostante.
Quando però si scatenano con l’assalto di “Baptism by fire” un brano letteralmente distruttivo, non fanno prigionieri come il ripescaggio di “The black” pezzo risalente al debut datato 1992 che rimane un classico della nera fiamma.
Un album live che va preso per il valore della proposta e soprattutto con la speranza di rivederli presto calcare i palchi nostrani.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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