Steve Hackett è ancora in grado di stupire. Quando penso di aver ascoltato tutto, l’artista inglese se ne esce sempre fuori con qualcosa di inaspettato ma di riuscito, come il qui presente, meraviglioso
“Under A Mediterranean Sky”, lavoro interamente strumentale che vede il nostro protagonista in veste acustica e non elettrica.
A volte sembra di trovarsi nel bel mezzo della colonna sonora di un kolossal (
“Mdina”, “Sirocco”, “The Dervish And The Djin”), altre ci si fa semplicemente cullare dalla tecnica sopraffina e mai fine a sé stessa di
Hackett (
“Adriatic Blue”, “Joie De Vivre”, “Scarlatti Sonata”), il cui tocco - con il passare degli anni - sembra progredire all’infinito.
Le influenze world music sono sempre evidenti, così come le ottime orchestrazioni dal respiro fortemente cinematografico curate dal fido
Roger King. Gli ospiti
John Hackett, Malik Mansurov, Arsen Petrosyan, Christine Townsend e
Rob Townsend altro non fanno che impreziosire ulteriormente quello che con molta probabilità sarà uno degli
highlight di questo 2021.
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