Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:56 min.
Etichetta:Heidens Hart Records

Tracklist

  1. BETSJOEND
  2. DE IENSUME WIDNER
  3. WYLDE RIXT
  4. OFSTâN
  5. ASBRAN
  6. WITE FOKEL
  7. FALSKE DOOP
  8. SKAAD
  9. KONFRONTAASJE

Line up

  • Swerc: bass
  • Fjildslach: drums
  • Tsjuster: guitars
  • Skier: vocals
  • Bile: guitars

Voto medio utenti

Dalla Frisia con furore.
A sei anni di distanza dal solidissimo debut “Skym” tornano i Kjeld, fautori di un old school black metal di ispirazione norvegese e di matrice atmosferica, sempre benvenuto da queste parti. Atmosfera sì, ma senza rinunciare a grandinate di blast beat, BPM sostenuti ed alto tasso d’aggressione.
La ricetta, non originale ma senz’altro efficace, viene riproposta anche in occasione del nuovo “Ôfstân”; peccato che il sapore, almeno per le mie vetuste papille gustative, risulti a questo giro meno gradevole.

Durante il primo ascolto ho provato ad incolpare l’inefficacia della produzione (drumming in particolare), o l’utilizzo sin troppo parsimonioso delle keyboards nei momenti di (relativa) riflessione.
Già dal successivo, tuttavia, mi sono reso conto che le vere criticità albergano altrove: è proprio il songwriting, ahimè, a salire sul mio personale banco degli imputati.

Composizioni come “Wylde rixt”, “Asbran” e la title track, che partono maluccio per poi riprendersi cammin facendo, lanciano segnali discordanti.
Brani convulsi e indecisi sulla direzione da prendere quali “De iensume widner” o “Skaad” sarebbero potuti, senza eccessivi patemi, venir sacrificati sull’altare della fruibilità complessiva.
Ancora: la commistione tra Burzum ed il DSBM degli Shining presente in “Wite fokel”, così come il retrogusto progressive alla Enslaved che inaugura “Konfrontaasje”, aprono potenziali fronti evoluti che, d’altro canto, vengono solo abbozzati in modo timido ed embrionale.

L’ascolto di “Ôfstân”, pur nell’assenza di momenti davvero memorabili, è una pratica tutt’altro che spiacevole, e gli amanti delle sonorità sopra descritte sapranno rinvenirvi spunti di discreto interesse.
Nel contempo, al termine dell’esperienza uditiva rimane in bocca uno spiacevole retrogusto di occasione mancata.

I Kjeld sono un gruppo serio e dotato, e proprio in virtù di ciò sarebbe stato lecito attendersi da loro un modicum di qualità in più.
Urge una pronta e prepotente riscossa in occasione del famigerato terzo full length.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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