A tre anni di distanza dal soprendente ed acclamato "Asheran", gli scozzesi
Dvne (nati nel 2013 come Dune, poi il moniker è stato cambiato) pubblicano per
Metal Blade un Ep di due brani, antipasto di un nuovo full-length che non dovrebbe tardare troppo (pandemia permettendo).
La band di Edimburgo è chiaramente influenzata dallo stile Mastodon, Intronaut, Elder, ecc, ma esprime un ottimo livello di qualità e fantasia nelle soluzioni. Le canzoni che propone sono lunghe, articolate, ricche di escamotage ritmici ed atmosferici, come esige il filone post-metal contemporaneo.
Rabbiose impennate metalliche si coniugano con momenti di stampo progressivo, con l'impeto implacabile dello sludge, con arrangiamenti neo-psichedelici (vedi il contributo delle tastiere), con l'amarezza melodica del post-rock, con l'ombreggiatura severa del doom.
Complessità, coesione, fluidità. Questo troviamo in uno splendido brano come "
Omega severer", un saliscendi emozionale che comprende rabbia, forza, dolcezza, profondità, drammaticità, esplosività e quant'altro si può sperimentare nei suoi dieci minuti di durata.
La compattezza, l'elasticità e l'impatto della musica sono da Top-band ed accrescono le attese per il futuro. Sicuramente siamo di fronte ad una formazione in crescita, capace di dosare bene la muscolarità heavy e le contaminazioni trasversali ai generi.
Il secondo brano, "
Of blade and carapace", è una riedizione tratta dall'Ep "Aurora majesty" (2014) ed unisce una indole massiccia e feroce con inserti prog-psichedelici sofisticati ed eleganti. Epicità, aggressività, groove tellurico, ma anche emozioni e respiro scenografico. Molta cura dei dettagli ed ottima abilità strumentale.
I
Dvne si confermano come rilevante promessa del settore post-metal, con un lavoro breve ma significativo. Attendiamo con fiducia le prossime uscite degli scozzesi.
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