Dopo la pubblicazione dell'album di debutto "Plagued By Sufferers", gli americani
Flood Peak pubblicano oggi un nuovo EP intitolato
"Fixed Ritual" che in fatto di durata in realtà non ha molto da invidiare ad un full length: i cinque brani in tracklist infatti vanno a comporre una mezzora di musica in cui la band originaria dell'Oregon fa sfoggio del proprio sludge metal a tinte black. Chitarre cupe, lente e cadenzate scandiscono il ritmo di questo EP dai cui solchi emerge una certa inquietudine esistenziale ottimamente resa dalle vocals disperate di Peter, e che fa il paio con i riff laceranti e talvolta ossessivi. I fraseggi e gli arpeggi dal mood malinconico riescono a dare maggiore profondità emotiva a brani come "Urnified" o "Salve Curator", mentre con le conclusive "Way Of The Sea" e "Secretarian Hilt" i Flood Peak decidono di mettere in mostra il loro lato più intimista, smorzando i toni e proponendo due brani dall'umore struggente e malinconico che dopo un inizio quasi soffuso esplode con chitarre distorte e gelide, pur assestandosi su ritmi compassati e senza mai premere il piede a tavoletta sull'acceleratore. La totale mancanza di parti soliste non va ad appesantire l'ascolto di "Fixed Ritual", un lavoro che vive di vibrazioni oscure ed intense in cui forse una maggiore componente solistica avrebbe potuto accentuare la carica emozionale di questo EP, anche se probabilmente l'obiettivo della band era quello di proporre una musica quanto più asciutta, grezza e diretta possibile.
Sicuramente questo EP "Fixed Ritual" non cambierà le regole del gioco in ambito blackened sludge, ma in ogni caso i Flood Peak hanno il merito di essere riusciti a mettere insieme mezzora di musica capace di tenere sulla corda chi ascolta, nonostante a livello ritmico e melodico non siano presenti grandi variazioni sul tema.
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