Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:60 min.
Etichetta:Casket
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO – THE HOLY PLAN
  2. I HERETIK
  3. DANCE ON YOUR GRAVE
  4. ABOVE YOUR LIES
  5. NEW GODS
  6. WRATH-DIVINE
  7. X
  8. FORGET ME FATHER
  9. NEW ERA
  10. FORKED TONGUE
  11. TAKE YOU DOWN
  12. SADIST-FY
  13. PROCESS OF ELIMINATION
  14. RE-PRAY

Line up

  • Wader: guitar
  • George Kozaroski: bass
  • George Trajkovski: guitar
  • Mark White: vocals

Voto medio utenti

Debutto per la Casket degli australiani Herratik (ex Abortus), che ci deliziano con una miscela molto buona di death e thrash metal. La band è attiva da solo due anni, ma è riuscita già ad ottenere un contratto discografico, cosa non da poco, e le canzoni contenute in questo “Wrath Divine” forniscono una spiegazione piuttosto esaustiva a riguardo.
Le quattordici tracce sono divise in due parti: le prime dieci rappresentano l'album vero e proprio, mentre le conclusive quattro canzoni sono dei pezzi degli ex Abortus reincise sotto il monicker di Herratik.
Dopo un'intro francamente evitabile, si parte subito con un pezzo quadrato e marziale, “I Heretik”, molto debitore al death europeo dal momento che fonde in maniera efficace melodia e cattiveria, richiamando a tratti gli storici Dismember. Se la prima tracce punta molto sulla monoliticità, lo stesso non si può dire della seguente “Dance On Your Grave” che già dall'inizio scalpita per poi lanciarsi a capofitto in un attacco thrash/death micidiale, con una batteria incalzante a dettare i ritmi serrati del pezzo. Il growl di Mark White è molto sporco, riconducibile alla scuola death europea che vede come massimi esponenti Dismember e Entombed, e risulta bene incastrata all'interno della musica degli Herratik. Le canzoni sono molto convincenti, alternando momenti votati a tempi regolari e quadrati a vere e proprie sfuriate in stile thrash, senza dimenticare le cavalcate, molto invitanti per sane scapocciate in allegra compagnia, e mostrano un utilizzo molto intelligente e lodevole degli armonici indotti. Menzione d'onore anche per il lavoro in fase solista delle due chitarre, che si prodigano, riuscendoci, a regalare assoli tanto semplici quanto efficaci e melodici, facendo guadagnare punti importanti al disco. Sicuramente i pezzi più coivolgenti e convincenti del disco sono “I Heretik”, “Dance On Your Grave”, “Above Your Lies” e la title track, ma anche le restanti tracce non sono certo da buttare, anzi, ma si collocano un gradino sotto quelle appena citate. Vale poi la pena soffermarsi sulle quattro tracce finali, composte quando ancora gli Herratik militavano sotto l'egida di Abortus e qui riproposte come bonus tracks risuonate per l'occasione. A differenza di quel che si potrebbe pensare, non ci sono molte discrepanze tra il vecchio ed il nuovo materiale, a dimostrazione di una certa continuità nell'evoluzione musicale del gruppo. Se non fosse scritto esplicitamente all'interno del booklet, si potrebbe tranquillamente credere che le quattro tracce conclusive (tra cui spicca “Take You Down”) facciano parte di “Wrath Divine”, e non del repertorio degli Herratik. A livello di suoni, siamo di fronte ad un lavoro discreto, con chitarre che se fossero state più nitide e curate avrebbero raddoppiato l'impatto di “Wrath Divine” e con la batteria lasciata forse un po' troppo sullo sfondo con dei suoni poco limpidi. Niente di drastico, la qualità della proposta degli Herratik infatti sopperisce a queste pecche secondarie, con delle canzoni molto belle e coinvolgenti.
Insomma, per essere all'esordio gli Herratik buttano sul mercato un bel dischetto, niente di stratosferico intendiamoci, ma un album che si ascolta e si riascolta molto volentieri. E con i tempi che corrono, è oro.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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