Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:41 min.
Etichetta:Iron Bonehead

Tracklist

  1. THERE IS A BEACON
  2. MERCILESS ANGEL OF PESTILENCE
  3. SLITHER O SERPENT
  4. CHALICE OF RUIN
  5. HIS VOICELESS WHISPER
  6. HAMMER OF SATAN
  7. THE SPLENDOUR OF STILLBORN STARS
  8. THEION

Line up

  • TK: Bass
  • VT: Drums
  • AK: Guitars
  • AN: Guitars
  • E: Vocals

Voto medio utenti

Prosegue non senza qualche opacità la carriera di Andreas Nilsson che già nel 2020 con "Cerecloth", ritorno dopo ben otto anni dei Naglfar, mi aveva lasciato piuttosto freddino. Si rinnova la sensazione - mio malgrado, devo dire - con questi Malakhim, giunti con "Theion" al debutto sulla lunga distanza. L'EP "II" di un paio d'anni fa - che ho in realtà sentito solo pochi mesi fa - pur non facendomi gridare al miracolo mi aveva fatto un'impressione decisamente migliore, presentandomi una band sicuramente non innovativa o chissà che personale ma comunque capace di colpire con una certa veemenza. Con "Theion", forse a causa di un minutaggio doppio rispetto all'EP, ho avuto - in più casi - la netta sensazione che i brani girassero a vuoto senza andare a parare davvero da qualche parte. C'è sicuramente qualche brano interessante come la seconda Merciless Angel of Pestilence e le conclusive The Splendour of Stillborn Stars (titolo molto bello) e Theion che pur essendo lontane dall'essere trascendentali dimostrano un livello di ispirazione decisamente superiore al resto del lotto. I pezzi sono sapientemente costruiti per esprimere malevolenza e un clima infernale ma senza spunti davvero ficcanti riescono raramente a colpire come dovrebbero, risultando spesso poco credibili. L'esito è che si ha l'impressione di ascoltare del black metal "generico" - se non proprio noioso in alcuni momenti - che si risolleva parzialmente grazie ad alcune tracce che abbiamo già nominato.
La produzione, in più, è assai penalizzante a causa del calderone roboante e a tratti quasi fastidioso dal quale emergono i suoni, rendendo talvolta difficile comprendere esattamente cosa stia venendo suonato: benvengano le produzioni "magmatiche" nel black metal a patto però che queste scelte sonore non vengano fatte per mascherare in un maelstrom infernale la scarsa freschezza compositiva.
Spiace essere severi con chi il mestiere ce l'ha ma se oltre al mestiere non rimane altro ci si chiede quale sia l'utilità di pubblicare a tutti i costi un disco.
Certamente non un brutto disco, sicuramente ascoltabile nel complesso ma che poco aggiunge allo stato dell'arte in materia di black metal. Vista l'autorevolezza di alcuni dei personaggi coinvolti era lecito aspettarsi qualcosa di ben più consistente.
Recensione a cura di Giacomo Babuin

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