Blackevil - Forever Baptised in Eternal Fire

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. COME FORTH
  2. SATAN'S CROWN
  3. THE DISCIPLE
  4. BLACK FIRE TORNADO
  5. FOREVER BAPTISED IN ETERNAL FLAMES
  6. LUCIFER'S SUPREMACY
  7. THE FINAL BOOK
  8. PESTKARREN
  9. 1943

Line up

  • Abyss: bass, vocals
  • Deathinfektor: guitars
  • Pathos: drums

Voto medio utenti

Forever baptised in eternal fire”: un titolo del genere dovrebbe già bastarvi per capire quale sarà la proposta sonora dei Blackevil. Se così non fosse, andiamo avanti, e diamo un’occhiata, nell’ordine, al logo della band, alla loro foto promozionale e infine alle copertine dei due album pubblicati fin’ora.

Ancora non vi basta? Ok, allora ve lo dirò io: I Blackevil ci propongono, almeno sulla carta, del fottutissimo e marcissimo black/thrash metal. Dico sulla carta perché poi, nella realtà, questa definizione è limitante per inquadrare lo stile dei nostri, in quanto arricchito senza dubbio dal metal più classico, ma anche da sonorità decisamente anomale, basti ascoltare le trame chitarristiche per capire di cosa sto parlando.

Lo stile di Deathinfektor, infatti, è quanto meno bizzarro. Ai classici riff monocorda tipici del black, alterna delle melodie davvero spiazzanti. Se nel genere normalmente i chitarristi cercano di proporre qualcosa di tetro e decadente, quello che possiamo ascoltare in questo caso è invece qualcosa di estremamente melodico, ma una melodia che segue uno stile non ben inquadrabile. Di certo non si tratta di black metal, né tanto meno di musica “popolare” o etnica, come spesso accade. Devo dirla tutta? Non ho la più pallida idea di come etichettarla!

Queste strane melodie influenzano anche quelle vocali ad opera di Abyss, che quindi finisce con l’imbastardire ancora di più la proposta dei nostri. Fortunatamente la sezione ritmica e i riff più canonici riescono a bilanciare tutto quanto descritto fin’ora e a far uscire la parte più thrash ed old school dei Blacevil, ma mi sento di affermare senza problema che non è abbastanza. L’ascolto risulta disturbante, non riesce a convincere, c’ho provato, ma c’è davvero qualcosa di strano nelle composizioni del trio tedesco che proprio non riesce a scendermi, nonostante le ottime intenzioni della band.

Non credo sia un problema soltanto mio, posso immaginare che la stessa reazione potrà averla più di qualcuno quando inizierà l’ascolto di “Forever baptised in eternal fire”. Indipendentemente dal fatto che sia così o meno, per quanto mi riguarda il giudizio finale riesce ad essere appena appena sufficiente. Posso premiare la volontà di voler tentare qualcosa di differente per differenziarsi dalla massa, ma dubito che questo approccio vagamente prog sia la via giusta…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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