Bell'inizio per gli esordenti canadesi
Boneyard, con la scattante "
Fates Warning" che si muove lungo coordinate assai vicine alla NWOBHM, già di per se un aspetto più che positivo, a questo si somma poi che la voce della cantante
Pamtera (spesso accostabile a quella di Doro Pesch) si adagia alla perfezione alla canzone, donandogli la giusta energia e un bel pathos. E una bella impressione la lascia pure il resto del gruppo, con il lead guitarist
Grant Tarapacki autore di una bella prova e pure di un ottimo assolo.
"
Gone" e "
Evil Wings" non proseguono nella corsa intrapresa dell'opener e mostrano un approccio più hardeggiante ma anche qui la fase solista non lascia spazio a critiche ma solo a complimenti. Con una "
Smoke the Sky" a cavallo tra Judas Priest e AC/DC si riprende a spingere sull'acceleratore, e se anche qui il potenziale catchy della cantante della formazione canadese è evidente, lo vediamo esprimersi al meglio sulla lenta ed toccante "
Oathbreaker", cui segue una "
Rat Race" dove i
Boneyard ricercano un approccio più moderno, sia nelle ritmiche sia nelle vocals, senza però riscuotere particolari riscontri, almeno da queste parti. Meglio, infatti, il ritorno all'Hard Rock cadenzato e settantiano di "
Monster" e a quello rutilante di "Born Again", con quel suo finale che richiama gli Iron Maiden prima maniera. Con "
Hope" le sonorità si fanno più luquide e fumose, così un po' stupisce vederle seguite da un brano semplice e scattante come "
Tune Attack", che, senza troppo entusiasmo e convinzione, sembra volerci riportare ai fasti dell'Hair Metal. Infine, chiude l'album la leggiadria di
Pamtera sulla catchy e dinamica "
Catch Me if You Can", che se negli anni '80 sarebbe stato un singolo vincente, oggi si conferma comunque un bel brano, forse anche il più rappresentativo di tutto questo "
Oathbreaker".
I
Boneyard sembrano essersi lasciati alle spalle, senza particolari condizionamenti, gli anni passati come cover band, ma sembrano un po' indecisi sulla strada da intraprendere, se rivolgersi ad una sicura e confortevole "riscoperta del passato" (quello cui la copertina di "
Oathbreaker" ci aveva portato a pensare) o tentare nuove soluzioni.
Il loro prossimo album ci darà qualche risposta in più.
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